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Chiambretti a ILSQ: “Lazio squadra strana. Chi vorrei al Torino? Candreva”

Protagonista da oltre trent’anni del mondo dello spettacolo, Piero Chiambretti è una delle figure più irriverenti del mondo della televisione e soprattutto, un grandissimo tifoso del Torino. Non ha mai nascosto la sua fede granata il “Pierino” nazionale, che è intervenuto in mattinata sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione di riferimento per tutti i tifosi biancocelesti, I Laziali Sono Qua, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, per parlare della sfida che il suo Toro dovrà affrontare domenica pomeriggio allo stadio Olimpico contro la squadra di Stefano Pioli. Chiambretti ha raccontato il motivo per cui è diventato tifoso granata: Sono sempre andato contro i più forti, sono sempre stato dalla parte dei più sfigati o meno fortunati. In quegli anni in cui si è formata la mia personalità calcistica a Torino tutti tifavano Inter e Juventus, pertanto mi è scattata la voglia di stare dall’altra parte. Altresì mi colpì tantissimo la morte di Meroni, da quel giorno decisi di diventare tifoso del Toro. Ricordo che il giocatore morì di domenica sera dopo un Torino Sampdoria e la settimana dopo andai allo stadio a vedere il derby, il primo senza Meroni, e probabilmente da lassù ci diede una mano tanto che vincemmo 4 a 0 contro una Juve imbambolata. Ricordo che il quarto gol lo segnò un certo Carelli che indossava la maglia di Meroni”.

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Chiambretti affronta anche il discorso del nuovo stadio granata e del presidente Cairo: “Pianelli che fu un grande presidente disse in tempi non sospetti che il termometro della salute del Torino era il Filadelfia. Cioè il vecchio stadio in cui la squadra dei gemelli del gol Pulici e Graziani si allenava nel ’76 quando vincemmo lo scudetto. Per un certo periodo il Filadelfia è stato distrutto diventando un campo nomadi. Oggi rinasce nell’anno che il Torino Primavera vince lo scudetto e negli ultimi anni la prima squadra ah ritrovato un gioco, una squadra, una società ed è perennemente nel lato sinistro della classifica. E’ un evento importante perché in quello stadio il grande Torino vinse 6-7 scudetti e in cui hanno giocato grandi giocatori come Loik e Valentino Mazzola ed è la storia del calcio italiano. Cairo è arrivato 10 anni fa come un salvatore della patria, ha fatto molti errori all’inizio perché inesperto e perché attorniato da figure che l’hanno consigliato male chi comprare e come gestire. La società ripartita dalla bancarotta piano piano si è riformata ed è ripartita. Con l’arrivo di Ventura, l’Alex Ferguson italiano, non solo la squadra è risalita in A ma sta valorizzando giocatori comprati a poco e venduti a tanto. A Cairo non si può non dire grazie, anche se a Torino c’è chi pensa che sia un manager interessato solo ai soldi ma in realtà il bilancio societario è sanissimo. Basti vedere Torino Milan con i rossoneri che pur avendo speso 90 mln sul mercato hanno rischiato di perdere. Io dico grazie al presidente e gli auguro altri 10 anni così”.

Non tutti sanno che Chiambretti ha un passato come radiocronista sportivo: “E’ stata un’esperienza breve che non ho potuto coltivare perché già lavoravo in tv. Pur mantenendo la mia fede calcistica, giocavo sempre sull’ironia scherzando anche sui giocatori del Torino. E’ stata un’esperienza deliziosa, seguivo la squadra anche in allenamento. Ero un radiocronista brillante”. Il conduttore tv elogia la squadra di Pioli: “La Lazio è una squadra strana: sembra fortissima ma poi si perde. Invece nel momento in cui sembra debba capitolare, quando la tifoseria è pronta a una feroce contestazione contro squadra e società, la Lazio riparte fortissimo. Quando siamo lì a dire “è tornata la Lazio” ricade in una penombra non giustificata. La squadra ha buoni giocatori e un buon allenatore. Sicuramente qualcosa manca: non so se il feeling tra Lotito e i tifosi oppure l’assenza di qualche giocatore che ti permetta una squadra da vertice. Chi vorrei al Torino? Candreva, mi piace come gioca e come si danna. Sa fare tutte le fasi: è bravo sia nell’impostazione, sia nel tiro, sia nell’aggredire gli spazi. E’ un giocatore di prima fascia, non a caso è in Nazionale. Io tifo sempre per gli italiani, quindi anche se la Lazio ha tanti stranieri forti, io prenderei lui. Agli amici laziali avviso che il Torino è una squadra difficile da affrontare e se è in giornata attenzione a scoprirsi”.

Chiambretti spende parole d’elogio verso mister Ventura: “E’ sottovalutato ma negli ultimi anno è stato spesso premiato Nell’ultimo periodo ha ricevuto ciò che si merita. E’ un grande allenatore, una persona intelligente che ama il gioco del calcio e ha un tocco magico perché molti giocatori persi si ritrovano a Torino. Cito ad esempio Ogbonna, Cerci, Immobile e Bianchi. Una volta venduti si perdono”. Lazio e Torino storie molto simili ma tifosi diversi secondo Chiambretti: “La differenza con la Lazio è che i biancocelesti giocano a Roma, la capitale d’Italia e unisce tanti valori non solo sportivi. Il Torino ha vinto pochissimo rispetto alla Lazio e ha sempre vissuto all’ombra della Juve, per questo noi tifosi siamo simpatici, quando vinci diventi antipatico. Sogno nel cassetto? Anni fa ho avuto la possibilità di condurre la Domenica Sportiva, ma non essendo un giornalista la mia candidatura cadde. Mi piacerebbe fare un porgramma sportivo con un po’ di ironia. Vorrei essere Ilaria D’Amico”. 

Fabrizio Piepoli

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