Capitano della Lazio del primo scudetto e simbolo di quella grande squadra insieme a Maestrelli e a Chianaglia. Pino Wilson oggi compie 70 anni. Intervistato dal sito lalaziosiamonoi, ha ricordato il suo momento più bello in biancoceleste: “Sicuramente l’esordio con la Lazio all’Olimpico contro il Torino e la vittoria dello Scudetto del 1974. Di solito si pensa alla Nazionale e al Mondiale, dove io ho dato il mio contributo. Ma il ricordo più bello è stato vincere il campionato con la Lazio”.
Tornando ai giorni nostri, domani la Lazio affronterà l’Atalanta agli Atleti azzurri, una sfida tutt’altro che semplice secondo l’ex difensore biancoceleste: “Andiamo in un ambiente che è sempre stato ostico alla Lazio, sarà difficile. Ci ritroviamo di fronte un signore come Reja che ha fatto bene con i biancocelesti. Quest’anno ha avuto un ottimo inizio, al di là della sconfitta con la Juventus. Ma a Torino ci si può aspettare di perdere. Mi auguro che i biancocelesti possano uscire indenni da Bergamo, hanno infilato un percorso positivo e stanno rientrando degli infortunati, sarà una gara ostica ma allo stesso tempo è alla nostra portata”.
La rinascita della Lazio è direttamente proporzionale a quella del suo numero 10: “Credo che Anderson, così come tutti gli esterni della Lazio, siano elementi che tutte le squadre della Serie A ci invidiano.Potrebbe interessarti
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Non solo Felipe, la squadra capitolina può vantare in avanti uno dei centravanti più forti della serie A: “Credo che Klose quando sta bene fisicamente è un giocatore dal quale non si può prescindere. Il suo problema è la carta d’identità, a volte ha bisogno di pause e si abbassa il suo rendimento. Ritengo che lui, Biglia,Parolo, Anderson e Candreva siano i pilastri di questa squadra”. Una piccola nota anche su Milinkovic-Savic: “Credo che Parolo sia un titolare imprescindibile. Quando avrà smaltito il suo infortunio tornerà titolare. Milinkovic sta facendo molto bene ed è un calciatore di grande prospettiva. Lo dicono i risultati ottenuti con la sua Nazionale e la cifra che è stato pagato. E’ un elemento per il futuro, avrà tempo per affermarsi in maniera totale senza togliere il posto a nessuno”.
Tornando indietro nel passato, Wilson ricorda gli anni in cui indossava la fascia da capitano: “Una gratificazione immensa, ne vado ancora fiero. La gente mi chiama ‘Capitano’ da quaranta anni e non più Wilson. Questo è motivo di orgoglio. Non avrei mai pensato nel ’69, quando arrivai alla Lazio, a distanza di tanti e tanti lustri mi ritrovo simbolicamente ancora il capitano. Dei miei compagni chi vedrei bene in questa Lazio? Tutti quanti (ride, ndr), non me ne vogliano. Quella è una squadra irripetibile sotto il profilo tecnico, della personalità, della concentrazione e della corsa. Sarebbe riduttivo esprimere la scelta di uno piuttosto che di un altro. La nostra aveva un’altra filosofia di calcio rispetto a quella di adesso”. Infine il capitano chiede un regalo alla sua ex squadra: “Ho avuto tanti regali dalla Lazio, sono già soddisfatto per quello che mi ha dato questa società. Ovvio che da laziale e da tifoso laziale vorrei quello che tutti i tifosi si aspettano: non sono un ingordo, vorrei la Champions League, volo basso”.