Può un solo giocatore fare il bello e cattivo tempo con la sua presenza o la sua assenza all’interno di una squadra? Sì, se si chiama Stefan de Vrij. Il gigante olandese doveva essere il muro portante della difesa biancoceleste dopo l’ottima annata dello scorso anno, i tifosi non vedevano l’ora dir ripartire da lui per iniziare a coltivare sogni di gloria. Certo si potrebbe dire “Non esageriamo, la Lazio nella sua storia ha avuto tantissimi difensori a dir poco formidabili, da Wilson ad Oddi, da Manfredonia a Piscedda, da Nesta a Couto, Stam e Mihailovic“, è vero…ma per questa Lazio Stefan è qualcosa di unico, di sublime: difensore co
mpleto, bravo nell’uno contro uno e forte di testa. Non è velocissimo, vista la stazza, ma compensa con un’intelligenza calcistica che pochi possiedono (soprattutto alla sua età) e che gli permette di leggere molto bene l’azione senza farsi mai trovare fuori posto. Ha grande capacità nell’impostare il gioco, personalità e leadership in campo e fuori. E’ giovane… ma ha la freddezza di un veterano, possente ma ha comunque un’eleganza negli interventi fuori dal comune. Ama molto uscire dalla difesa palla al piede, essendo dotato infatti di una buona tecnica e di un’ottima precisione nei passaggi. Solo un grande campione come Alessandro Nesta riusciva ad avere una grazia simile…
Ovviamente, come tutti, anche lui ha i suoi difetti e i suoi limiti: deve migliorare in fase di concentrazione, cioè riuscire a essere concentrato al 100% per tutti i 90 minuti della partita e pecca di velocità nelle chiusure difensive, a causa del suo fisico che ne rallenta i movimenti, ma (come detto sopra) riesce a compensare con la sua abilità tattica nel saper leggere in anticipo le azioni. E comunque è ancora molto giovane, pertanto ha ancora tutto il tempo per crescere ed imparare per affermarsi a livello mondiale. E’ normale quindi che abbia qualche difetto di gioventù…altrimenti sarebbe un alieno…
Insomma grazie a lui, chiunque aveva la fortuna di stargli accanto, appariva come un ottimo difensore e rendeva al massimo: Gentiletti, Mauricio, Cana, Radu, chiunque! Per questo viene da chiedersi: quando sai che un tuo giocatore sa’ fare tutto questo…come puoi non stare male quando sai che a causa di un maledetto infortunio (che poteva tranquillamente essere evitato con normale diligenza di tutti gli addetti ai lavori) non potrai goderti tutto questo per l’intera stagione!? E così…puff…fine della serenità dell’intero reparto difensivo che tanto bene aveva fatto la scorsa stagione grazie proprio al suo decisivo contributo, portando la Lazio ad chiudere il campionato con la 3° migliore difesa della Serie A. E tutto questo nonostante non si riusciva a dare a Stefan (tra infortuni e squalifiche) un compagno di reparto definitivo. Ma per lui era indifferente, chiunque mettevi al suo fianco andava bene lo stesso, i compagni erano sereni e tranquilli del fatto che, anche se si sbilanciavano troppo, alla fine c’era un muro arancione pronto a proteggere la porta dalle minacce avversarie e il compagno di reparto di turno aveva meno paura di sbagliare dando così il meglio di sé. Alla fine era facile…la prima maglia a Stefan poi gli altri seguivano a ruota, ma l’importante è che c’era lui. Guai se altava anche solo una partita, al massimo poteva saltare una partita per infortunio o squalifica ma doveva tornare assolutamente per quella immediatamente successiva altrimenti la squadra era pervasa da un sentimento di smarrimento e d’insicurezza surreale, un sentimento che, fortunatamente, l’anno scorso è stato provato poche volte.
Quest’anno invece la musica è completamente diversa: l’nfortunio in Nazionale, l’operazione al ginocchio e…Boom! Stagione finita!!! Perdere un giocatore così forte e decisivo, all’improvviso e per tutta la stagione, non è preventivabile ne’ facilmente sopportabile è vero…ma l’olandese è mezza squadra e la mancanza di un valido alter ego sta portando le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: l’euforia della passata stagione si è dileguata immediatamente, i risultati hanno cominciato a scarseggiare, gli errori individuali si sono impennati in modo vertiginoso facendo perdere punti preziosi alla Lazio in chiave Europa. I vari Gentiletti e Mauricio non riescono a rendere come l’anno scorso e a sopportare il peso della responsabilità digestione di un reparto che il giovane olandese faceva con una naturalezza disarmante. Il suo erede Hoedt è ancora acerbo per poter essere un caposaldo della difesa con la stessa facilità con cui lo stava facendo lui fino a quella maledetta sosta delle nazionali. E’ un dato di fatto: Stefan trasmette sicurezza a tutta la squadra che con lui si sente più protetta e sicura e questo non faceva che giovare al bellissimo gioco espresso da Pioli. Un conto è fare le cose con la paura che se sbagli sei scoperto dietro…un altro conto è sapere che hai le spalle coperte…ovvio che poi l’estro in quel caso può essere sfogato come non mai.
RITORNO – Il leader difensivo biancoceleste tornerà probabilmente in estate.Potrebbe interessarti
DOLCE SOCIAL NETWORK – Anche lui soffre tantissimo questa situazione e il fatto di non poter essere in campo per aiutare i suo compagni e il suo mister a superare la crisi di questo periodo e lo ha manifestato via Facebook e Instagram pochi minuti prima del match contro l’Inter…Sarà un caso che la Lazio poi quella sera stessa ha portato a casa 3 punti importantissimi e che entrambi i centrali difensivi (Hoedt e sopratutto…Mauricio…) sono riusciti a tenere botta contro il potente attacco interista senza ricevere nemmeno un cartellino giallo?
Se questo è il potere di un tweet figuriamoci che effetti benefici poteva avere la sua presenza in campo…
Così, insieme all’augurio di una veloce guarigione, voglio dare a Stefan un messaggio proveniente dal cuore:
Ti voglio bene Stefan, quanto ci manchi!
