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FOCUS – I settori della crisi: ATTACCO

Dopo aver analizzato i problemi del della difesa (clicca qui) e del centrocampo della Lazio (clicca qui), è arrivato il momento di completare questo percorso analitico con un reparto che sta dando problemi  non solo nell’ultimo periodo ma fin da inizio stagione: l’attacco biancoceleste.
A dir la verità la poca vena realizzativa del reparto d’attacco è sempre stata una peculiarità del gioco di mister Pioli, il suo gioco propositivo infatti richiede un lavoro prettamente di sacrificio da parte delle punte per permettere gli inserimenti dei centrocampisti, degli esterni e/o del trequartista di turno a seconda del modulo utilizzato (4-3-3 o 4-2-3-1), con risultati a dir poco entusiasmanti vista la mole di gol realizzata dalla banda Pioli la scorsa stagione: 71 gol fatti (uno in meno della Juventus Campione d’Italia) ripartiti appunto tra centrocampo e attacco, a testimonianza del fatto che nonostante i compiti prettamente di sacrificio, gli attaccanti della Lazio sono riusciti spesso a dare un notevole contributo: Klose 13 gol; Djordjevic 8 gol (fuori a lungo per infortunio); Mauri (l’anno scorso utilizzato come Falso nueve) 9 gol; Keita 1 gol.
In questa stagione invece i numeri sono assai imbarazzanti. Tra i vari problemi che stanno accompagnando questa prima parte di stagione dei ragazzi di Pioli c’è anche quello appunto della poca (per usare un eufemismo) prolificità del reparto offensivo. Dal gol inutile di Kishna contro il Milan, la squadra di Pioli non segna su azione da ben tre partite. A secco con Roma, Empoli e Juventus, solo il rigore di Candreva contro il Palermo ha evitato l’ennesimo ko. Klose, Djordjevic e Matri, tre punte, quattro gol in tre…(senza contare Kishna con due reti e Keita con una) poca roba per ambire a traguardi importanti, sintomo che il gioco latita e che le idee scarseggiano se gli esterni non si accendono. Ormai il momento è critico, serve una scossa immediata. I tifosi biancocelesti si aspettano molto di più  a livello realizzativo sopratutto dagli attaccanti centrali. Servirebbe come il pane un bomber di razza purissima come Gonzalo Higuain ma in questo momento storico sarebbe come prentendere di raggiungere la luna…Sì un vecchio detto dice: “punta alla luna, male che vada arriverai tra le stelle“…il problema è che l’attacco biancoceleste si trova nel buio più totale

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STATISTICHE: i numeri parlano di “attacco dalle polveri bagnate” – I biancocelesti infatti hanno realizzato solo 17 gol in 15 gare (1.13 a partita).

Andiamo ad analizzare le responsabilità individuali dei vari NON-protagonisti dell’attacco biancoceleste: 

KLOSE – L’uomo che ha fatto al storia della Germania calcistica agli ultimi mondiali, diventando campione del mondo, nonostante i 37 anni si aspettava un inizio totalmente differente da quello attuale. Doveva essere il trascinatore dell’attacco biancoceleste, ma complice anche un infortunio a inizio stagione che ha tenuto in apprensione tutto il popolo biancoceleste il tedesco ha impiegato molto a entrare in forma, e anche quando è tornato al 100% non  è più riuscito a incidere come voleva, nonostante in ogni partita dà sempre il 200% a dispetto dell’età. Oggi Klose lotta per rialzarsi da terra. Non è assolutamente finito il Panzer e le sue 150 presenze realizzate venerdì contro la Juventus non devono rappresentare per lui la fine….ma un record da incrementare con tantissimi gol ancora. Serve un ultimo sforzo da parte sua, il popolo biancoceleste ha ancora bisogno di lui, senza il miglior  Klose sarà ancora più dura per la Lazio uscire dalla crisi.  (totale minuti giocati: 426; 7 presenze – 0 reti – 2 ammonizioni)

© Gianni Barberi
© Gianni Barberi

DJORDJEVIC – Anche Djordjevic non sta vivendo un momento esaltante: prima il grave infortunio dell’anno scorso che ha bloccato la sua ascesa nel mondo biancoceleste, quest’anno invece (doveva essere la sua stagione) complice una serie di fastidiosi infortuni non è riuscito a rendere come voleva, tanta buona volontà ma manca la cosa più importante…i gol, almeno in campionato, perchè se andiamo a vedere l’andamento in coppa, il serbo non sta sentendo per niente l’emozione del debutto dimostrando di avere un feeling particolare con Europa League, tant’è che l’Uefa lo ha addirittura omaggiato via twitter per aver realizzato realizzando 3 gol in 2 presenze per un totale di 86 minuti (per una media di 1 gol ogni  28′), il sogno è che il serbo si dimostri decisivo anche in campionato e aiutare così la Lazio a uscire da questo incubo  (totale minuti giocati: 487; 8 presenze – 2 reti – 0 ammonizioni).
Djordjevic

MATRI – E’ stato il grande colpo dell’ultimo giorno del mercato estivo biancoceleste. Arrivato in prestito secco dal Milan, Alessando Matri ha voluto fin da subito di essere qualcosa di più di un vice-Klose, mettendosi subito in mostra con una bellissima doppietta all’esordio contro l’Udinese, da qui in poi però c’è il nulla: un grande lavoro di sacrificio per la squadra e un gol importantissimo contro il Rosenborg in Europa League ma niente di più. Non è un cannoniere ma è comunque un ottimo attaccante e da lui ci si aspetta decisamente di più.  (totale minuti giocati 344; 10 presenze – 2 reti – 1 ammonizione).

Alessandro Matri Lazio Udinese
© Gianni Barberi

KEITA – Nonostante il magro bottino di gol realizzati il giovane talento spagnolo è uno dei membri più attivi e decisivi dell’attacco biancoceleste. Pioli lo ha usato molto spesso come arma letale a partita in corso: Keita infatti ogni volta che è entrato in campo è stato in grado di dare la svolta alle partite bloccate con assist, calci di rigore e calci di punizioni procurate. Anche lui come tutta la Lazio sta vivendo un momento di flessione, e negli ultimi tempi riesce solo a rendere leggermente più vivace la manovra d’attacco biancoceleste ma niente di più. La Lazio ha bisogno ora più che mai di lui e del suo immenso talento.  (totale minuti giocati 670; 11 presenze – 1 -rete- 1 ammonizione).

Keita applaude la curva Nord Lazio
© Gianni Barberi

KISHNA – Il giovane talento olandese è uno dei pochi colpi dell’estate biancoceleste capace di far entusiasmare i tifosi, complice anche la nomea di “The Dutch Di Maria” che lo ha accompagnato negli ultimi tempi all’Ajax. Il suo inizio prometteva molto bene, con il gol all’esordio in Serie A (segnare al debutto è ormai un suo marchio di fabbrica) poi è uscito un po’ dai radar di mister Pioli che lo ha utilizzato sopratutto in Europa League, mentre in Serie A ha pagato la feroce concorrenza con il trio Candreva, Felipe Anderson e Keita. Ogni volta che è stato chiamato in causa però ha sempre fatto vedere doti tecniche impressionanti rendendolo di fatto una delle note più positive di questo difficile inizio di campionato. Purtroppo ancora non riesce ad incidere e ad essere costante come vorrebbe, bisogna pazientare è ancora molto giovane, ha tutto il futuro davanti a sé e la Lazio non vede l’ora di beneficiarne. La svolta potrebbe passare proprio dai suoi piedi. Indubbiamente Kishna resta uno di quei giocatori su cui ricostruire la Lazio del futuro. (totale minuti giocati: 541; 10 presenze – 2 reti – 0 ammonizioni).

Kishna Lazio Bologna
© Gianni Barberi

Ora…al di là della distribuzione delle varie colpe della crisi, ciò che conta adesso è SOLO il bene della Lazio. Le parole sono finite, non ha più senso tergiversare. Ora servono i fatti!

Marco Lanari

 

 

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