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Janich: “Tare? Grande talent scout, ma deve staccarsi dalla poltrona accanto al presidente…”

Novantatré presenze (e la prima storica Coppa Italia conquistata nel 1958) con la maglia della Lazio, ben duecentonovantaquattro (e uno scudetto) con quella del Bologna durante la sua carriera da calciatore. Chi meglio di Franco Janich può commentare l’avvicinamento all’appuntamento del ‘Dall’Ara‘ di domenica prossima? L’ex dirigente sportivo, classe ’37, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per commentare anche il momento biancoceleste dopo la brillante vittoria di Firenze.

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Da doppio ex mi aspetto una partita brillante. La Lazio l’ho vista estremamente migliorata rispetto ad alcune fa, ma anche il Bologna mi sembra estremamente rinforzato, molto più sicuro rispetto all’inizio del campionato. Non mi chiedete però pronostici perché dopo i miei trascorsi la notte non so se andare a dormire col pigiama biancoceleste o con quello rossoblu.

Aprendo l’album dei ricordi, quali sono gli episodi più cari a Janich? “Sicuramente il ricordo dei presidenti Siliato ed Ercoli. Ricordo che una volta Siliato ci disse: qui sopra c’è il mio appartamento, ci sono gli armadi, prendete quello che volete. Io riuscii solo a prendere una cravatta! Erano comunque altri tempi. Nella mia esperienza da dirigente ricordo la semifinale di Coppa Italia come maggior successo.

E della Lazio di adesso cosa piace a Janich, e cosa pensa del mister Stefano Pioli? “Pioli ha dato una grande serenità all’ambiente, una persona che oltre a un gran senso del calcio ha anche un grande senso di umanità. Io ricordo in una partita Sampdoria-Milan che l’allenatore dei blucerchiati Bernardini perse la partita perché Delfino non prese in consegna Rivera. Quando Lino Cascioli, il grande giornalista, chiese perché non avesse marcato adeguatamente Rivera, Bernardini rispose: “Ah Lino, Rivera lo vedo due volte l’anno, vuoi farmelo godere!” In Pioli rivedo questo spirito.

Da calciatore Janich è un ottimo difensore: qual è il suo pensiero sulla retroguardia biancoceleste? “La mancanza di De Vrij è la causa fondamentale dei problemi della difesa laziale. Nel campionato italiano i difensori di qualità scarseggiano, questo perché non si allenano più i difensori come una volta. Si allenano i difensori come se fossero attaccanti.

E invece da ex direttore sportivo qual è il pensiero di Janich su Tare? “Ha scovato giocatori di grande talento e di questo bisogna dare atto. Non condivido che Tare stia sempre lì a vedere le partite col presidente: un vero DS deve girare il mondo, scoprire giocatori ancora non noti al grande pubblico che possano fare la differenza. Così a Bari scoprimmo Gerson, andai personalmente a vederlo quando era completamente sconosciuto.

Ma la Lazio dove può arrivare? “Bisogna crederci sempre, con lo spirito che è proprio dei tifosi laziali. Io penso che il periodo più buio in questa stagione sia già passato, l’ottimismo è fondamentale.

Fabio Belli

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