giovedì, Aprile 25, 2024

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La lettera aperta di una tifosa: “Curve squalificate, io costretta a restare fuori, ma le regole valgono solo per alcuni…”

La domanda è: “Perché io devo ritrovarmi a soffrire a casa sul divano quando ho un abbonamento allo stadio per tutte le partite?

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Fino a qualche ora fa la risposta era facile… hanno squalificato il settore, non posso entrare, hanno punito tutti i presenti (e anche gli abbonati non presenti!) per cori razzisti. Poi faccio l’amara scoperta: bastava andare a comprare il biglietto e entrare in un altro settore. E allora, oltre la sofferenza, arriva la rabbia… Dov’è il tanto decantato rispetto delle regole? Praticamente si esce dalla porta e si entra dalla finestra!

Allora mi viene da pensare che, oltre a fare di tutto per tenerci lontani dallo stadio, c’è qualcuno che ci lucra anche sopra. Perché se un abbonato in curva nord (che ha quindi già pagato il biglietto) va a comprare un altro tagliando in tribuna glielo vendono tranquillamente. E allora qualcuno guadagna il doppio e il problema si può ripetere…. ma se ci sono i “buu” durante Lazio-Verona (o in qualsiasi altra partita non di cartello), questi non fanno notizia come in Lazio-Napoli. O forse vengono considerati “semplici cori contro gli avversari” (ovvero come quello che realmente sono per la maggior parte dei TIFOSI). Sono cose che accadono da sempre, il razzismo è un’altra cosa. Se si deve impartire una punizione verso tutte le persone che hanno commesso un gesto considerato razzista, che sia allora una vera punizione: si attivi un controllo sui nominativi all’ingresso e si impedisca loro di rientrare la partita successiva… non così! La curva divisa, i controlli all’ingresso (talvolta esagerati: non si può far entrare un tubetto di crema per le mani ?!?), le squalifiche… perché fate di tutto per tenerci lontani dallo stadio?
Il calcio è un gioco, ci sono migliaia e migliaia persone che lo amano e chi va allo stadio non è un teppista, un razzista né tantomento un violento. Basta con i luoghi comuni: i laziali non sono razzisti, i turchi non fumano troppo, gli scozzesi non sono tirchi: l’unico luogo comune che trova fondamento è che in Italia, le regole troppo spesso vengono applicate senza criterio, o semplicemente stando ai comodi di qualcuno…

Elisa Bertulli

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