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Che fine hanno fatto le scommesse di Tare? – Parte 1

Da quando ha sostituito Sabatini nel ruolo di Ds della Lazio, Tare è riuscito a vestire di biancocelesti giocatori poco noti o in cerca di rilancio che poi si sono rivelati fondamentali: vedi i vari Dias, Hernanes, Klose, Lulic, (fino a pochi mesi fa vi rientrava di diritto anche) Felipe Anderson, de Vrij MilinkovicSavic. A testimonianza che quando la società gli da la possibilità di alzare l’asticella il direttore sportivo sa portare giocatori di livello a vestire la casacca biancoceleste. E’ anche vero che è sicuramente più facile riuscire a scovare potenziali grandi giocatori quando hai la possibilità di spendere cifre di un certo livello, ma il grande direttore sportivo è colui che riesce a scovare grandi giocatori in ogni circostanza, anche quando il portafoglio societario si dimostra ristretto. Purtroppo in tal senso gli errori del Ds Igli Tare sono stati notevoli: certo, alcune scommesse non sono state vinte per sfortuna (vedi Eliseu) ma in tante (troppe) occasioni sono stati compiuti dei veri e propri ORRORI in fase di campagna acquisti che hanno fatto infuriare (e non poco) il popolo Laziale. Vediamo nel dettaglio (in attesa che “purtroppo” questo elenco venga aggiornato) che fine hanno fatto tutte le meteore che sono passate in orbita Lazio:

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ALBANO BIZZARRI – Arrivato alla Lazio dal Catania nell’estate del 2009, esordisce in gare ufficiali nel match di Europa League Lazio-Salisburgo (1-2). A Roma, nonostante indossi la maglia n. 1 non ha mai avuto la possibilità di fare il titolare: prima ha svolto il ruolo di secondo del giovane Fernando Muslera nella stagione 2009-2010 e, complice anche un grave infortunio alla spalla che lo ha tenuto, viene relegato nell’annata successiva nel ruolo di terzo portiere a beneficio del compagno di reparto Tommaso Berni. Nella stagione 2011-2012, con la partenza di Berni, l’estremo difensore argentino ha l’occasione di essere nuovamente promosso nel ruolo di secondo portiere, tenterà in più occasioni di togliere il posto al nuovo titolare Federico Marchetti ma con scarsi risultati. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia 2012-2013 battendo in finale la Roma per 1-0. Dopo quattro stagioni in maglia biancazzurra decide di andare via per giocarsi le sue chance come primo portiere e il 2 settembre 2013 firma per il Genoa. A Genova però si ritrova nuovamente a fare il secondo dietro al giovane Mattia Perin. Fa il suo esordio con la maglia rossoblù il 26 marzo 2014 in occasione della vittoria a Marassi per 2-0 proprio contro la sua ex squadra, la Lazio. Rimane questa la sua unica presenza stagionale. La gloria per Albano arriva (finalmente) il 28 agosto 2014, quando passa a titolo definitivo al Chievo Verona. Firmando un contratto biennale fino al 30 giugno 2016, sceglie la maglia numero 1. In breve tempo diventa il titolare fisso della squadra, scavalcando così nelle gerarchie Bardi. Il 29 novembre contro la Lazio, sua ex squadra, gioca una bella partita con parate di alto livello. Il 21 dicembre gioca anche il suo primo Derby di Verona tenendo la propria porta imbattuta. Dopo 406 minuti (418 con i recuperi) e 13 partite di imbattibilità, subisce l’unico gol della partita da Berardi, attaccante del Sassuolo, su calcio di rigore. Con 0,86 goal subiti a partita è al primo posto tra tutti i 14 portieri che hanno giocato nel Chievo in Serie A vantando anche la migliore percentuale tra i tiri ricevuti e le reti subite: 77%. Un dato che lo colloca davanti a De Sanctis (76%), Buffon (75%), Perin (74%) e Emiliano Viviano (73%). In tutto colleziona 28 presenze con 24 gol subiti e l’11 giugno dello stesso anno prolunga il contratto con i clivensi fino al 2017.

HITZLSPERGER – Il nazionale tedesco ( 52 partite per la nazionale tedesca ed era nella rosa dei Mondiali 2006 e degli Europei 2008) arriva alla Lazio il 31 gennaio 2010, a sei mesi dalla scadenza del contratto con lo Stoccarda e firma un accordo triennale con i biancocelesti. Su di lui si coltivarono molte speranze: la sua esperienza, la sua grande grinta in mezzo al campo e il suo potentissimo tiro (che gli permise di acquisire in Inghilterra il soprannome di The Hammer (Il Martello)), erano viste come risorse preziosissime da utilizzare in una Lazio che viaggiava in cattive acque in campionato. Purtroppo invece non giocò quasi mai, il mister Reja preferì utilizzare giocatori che conoscessero perfettamente la lingua e il campionato italiano per aumentare le chance di salvezza (poi fortunatamente raggiunta). Hitzlsperger segna la sua prima ed unica rete con la squadra biancoceleste nell’ultima partita giocata con la maglia della Lazio, segnando nel 3-1 contro l’Udinese. Il 5 giugno 2010, dopo la breve e sfortunata parentesi in maglia biancoceleste che gli costa l’esclusione dai Mondiali in Sudafrica 2010, si trasferisce al West Ham. La sua avventura a ovest di Londra però termina dopo soltanto un anno e nel 2001 decide di tornare in patria, nel Wolfsburg, ma anche qui si ritrova svincolato dopo appena un anno.Il 19 ottobre 2012, dopo aver trascorso più di tre mesi da svincolato, viene ingaggiato dall’Everton firmando un contratto di quattro mesi. Il 3 settembre 2013 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato a causa dei continui problemi fisici dai quali è stato afflitto durante gli ultimi anni della sua carriera.

ELISEU La “Freccia Nera” è forse il più grande rimpianto del Ds Tare. L’ala portoghese arriva alla Lazio dal Malaga. In Spagna il centrocampista portoghese aveva mostrato tutte le sue grandi qualità e Tare si innamorò di lui, bruciando la concorrenza di numerosi club europei, il 7 luglio 2009 riesce a portarlo all’ombra del Colosseo. L’avventura italiana di Eliseu, però, è tutt’altro che positiva. Esordisce con la nuova maglia in Europa League contro l‘Elfsborg, partita terminata 3-0 per i biancocelesti, offrendo anche una buona prestazione. Nella squadra capitolina gioca però solo altre due partite. A Roma purtroppo non riesce a esprimersi come vorrebbe, trasformandosi presto da fuoriclasse annunciato ad oggetto misterioso. Complice anche il fatto che, sotto la guida del tecnico Ballardini, la Lazio si ritrova a vivere una delle stagioni più brutte degli ultimi anni, ritrovandosì così a lottare per la salvezza (poi raggiunta grazie all’arrivo del tecnico Edy Reja). Ecco perché, dopo pochi mesi (il 7 gennaio 2010), decide di tornare in Spagna al Saragozza. Ma la sua rinascita ci sarà con il suo passaggio al Malaga: il portoghese con la sua ex squadra ritorna grande e mostra finalmente tutte quelle doti che fecero innamorare di lui il direttore sportivo Tare e che purtroppo un’annata “maledetta” gli ha impedito di mostrare anche a Roma. In Spagna giocherà 4 anni, regalando prestazioni di assoluto livello tra campionato e Champions, per poi passare in una delle squadre più importanti a livello europeo: il Benfica, club in cui milita ancora oggi. Chissà come sarebbe andata se la sfortuna non avesse condizionato il suo rapporto con la Lazio…rimarrà per sempre un mistero. Purtroppo sono anche queste storie di calcio.

ALVARO GONZALEZ – “El Tata” non ha mai brillato per doti tecniche ma ha sempre messo tanto cuore nei suoi anni di Lazio, acquistando presto l’affetto dei tifosi. Chi si sacrifica per la maglia della Lazio è sempre ben accetto. Arriva a Formello nell’estate del 2010. Con i biancocelesti fa il suo esordio ufficiale il 18 settembre 2010 subentrando a Stefano Mauri nei minuti finali di FiorentinaLazio 1-2. Il 27 ottobre realizza il suo primo gol in maglia biancazzurra nella partita di Coppa Italia contro il Portogruaro vinta per 3-0. Dopo una serie di buone prestazioni ottiene sempre più spazio dal tecnico laziale Edoardo Reja e il 13 febbraio 2011 realizza anche il suo primo gol in Serie A in BresciaLazio 0-2. Alla sua terza stagione in biancoceleste, il 29 gennaio 2013, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, contribuisce alla vittoria della Lazio sulla Juventus (con conseguente passaggio in finale delle Aquile) per 2-1, segnando di testa il gol dell’1-0. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Il 1º febbraio 2015 lascia il club romano, dopo 146 presenze e 7 reti, per passare in prestito al Torino. Esordisce il 7 febbraio successivo, in occasione della vittoria esterna, per 1-3, contro l’Hellas Verona. A fine stagione, dopo aver totalizzato appena 4 presenze con la maglia del Torino, fa ritorno al club biancoceleste. Ma il suo ritorno ha vita breve, perchè il 31 agosto 2015 viene ufficializzato il suo trasferimento, a titolo temporaneo con diritto di opzione, al club messicano dell’Atlas. E’ forse una delle poche (se non l’unica) delle scommesse del Ds Tare ad aver avuto un rendimento costante e positivo dall’inizio alla fine. Non spostava gli equilibri certo, ma la sua duttilità era comunque una risorsa preziosa in questa Lazio. 

LORIK CANA – È soprannominato Il Guerriero per la sua indole battagliera che lo accompagna nelle partite che disputa.Il 3 luglio 2011, Lorik Cana viene acquistato dalla Lazio nell’affare che vede Muslera accasarsi al Galatasaray. È Igli Tare a volere più di tutti l’arrivo del centrocampista classe ‘83. Meno Edy Reja, che già dalle prime uscite lo utilizza con il contagocce. Problemi di collocazioni tattica non facilitano il suo ambientamento in Italia. Eppure l’ex Marsiglia aspetta il suo momento, senza isterismi. È abituato ad essere un leader, a sentirsi importante. Lo era al Marsiglia, al Galatasaray, voleva esserlo anche a Roma. Il 10 dicembre 2011, contro il Lecce, segna il suo primo gol in maglia biancoceleste, su assist di Miroslav Klose, nella vittoria per 3-2 della formazione romana. Il capitano della Nazionale albanese riparte anche nella stagione successiva come gregario. In casa Lazio intanto, c’è un cambio in panchina: fuori Reja, dentro Petkovic. Il tecnico bosniaco ci mette un po’ ad accorgersi del numero 27. L’ascesa è lenta ma inarrestabile. Cana arretra di qualche metro, viene schierato centrale di difesa. È il ruolo che ricopre in Nazionale, nessuna improvvisazione. I minuti giocati aumentano inesorabili, il leader difensivo è lui. Il Guerriero abbandona il ruolo di gregario. Il 26 maggio 2013, giocando da titolare, vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Partita stoica, impeccabile la sua. Memorabile l’intervento in acrobazia per anticipare Mattia Destro. La Coppa Italia in mano, simbolo di una vittoria dai mille significati. E’ il trofeo della fiducia, quella che si è guadagnato sul campo a suon di prestazioni. È una medaglia al valore, alla grinta che ha messo sempre in campo senza mai risparmiarsi. Il 7 dicembre 2014, in occasione delle sfida esterna vinta per 1-2 contro il Parma, raggiunge quota 100 presenze con la maglia della società capitolina biancoceleste. Il 20 maggio 2015 perde la finale di Coppa Italia dove la Lazio viene sopraffatta dalla Juventus per 2-1. Il 31 agosto 2015, dopo aver rescisso il contratto che lo legava alla Lazio, firma un contratto biennale con il club francese del Nantes tornando così in Francia dopo 6 anni dall’ultima stagione con l’Olympique Marsiglia.

STANKEVICIUS – L’11 luglio 2011 viene acquistato a titolo definitivo dalla Lazio, la quale lo preleva dalla Sampdoria per 800.000 euro, dopo una stagione vissuta in prestito al Valencia. Il giocatore lituano sottoscrive un contratto triennale a 800.000 euro l’anno. Il giocatore viene presentato com un ottimo gregario e l’ottimo trascorso a Valencia lascia ben sperare. Purtroppo invece le sue prestazioni lasciano molto a desiderare e ben presto si arriva alla conclusione che non è quel gregario su cui la rosa biancoceleste poteva contare e che sarebbe stato meglio separarsi il prima possibile. L’unica sua grande gioia è quella di aver fatto parte di quella rosa che il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Dopo due stagioni conclude l’esperienza con la Lazio con solo 16 partite ufficiali disputate. Il 6 settembre 2013, viene ceduto al club turco del Gaziantepspor. Oggi a 34 anni cerca rilanciarsi nel Cordoba, squadra della seconda divisione spagnola.

ALFARO – Il 12 gennaio 2012 passa alla società italiana della Lazio per un cifra superiore ai 3 milioni di euro, scegliendo come numero di maglia il 30. Esordisce il 19 febbraio successivo nella sconfitta esterna, per 5-1, contro il Palermo. Conclude la stagione scendendo in campo per 8 volte in totale senza segnare nessuna rete. Il 12 settembre 2012 viene ceduto con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 3,5 milioni alla squadra dell’Al-Wasl, compagine degli Emirati Arabi Uniti. Esordisce il 18 settembre successivo, nella Coppa del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, segnando una doppietta ai danni dell’Ittihad Kalba. Il 23 settembre 2012 invece esordisce in campionato, in occasione della vittoria, per 4-1, contro l’Al-Wahda dove segna anche una tripletta. Dopo 33 presenze e 24 gol in totale, fa ritorno alla Lazio e, dopo aver passato l’intera stagione 2013-2014 da fuori rosa, il 28 agosto 2014 viene ceduto ancora, sempre in prestito, al Liverpool di Montevideo, squadra che lo ha lanciato nel calcio professionistico.  Il 13 settembre successivo gioca la sua prima partita stagionale contro il Torque nella quale mette a segno anche un gol, la partita finisce 3-0 per il Liverpool. Il 2 maggio 2015, grazie alla vittoria, per 2-1, contro il Cerro Largo, ottiene, con 3 giornate di anticipo, la promozione nella Primera División Profesional de Uruguay.  Il 23 maggio successivo, con la chiusura del campionato, si laurea capocannoniere del campionato con un totale di 21 reti siglate in 27 partite disputate. Al termine del periodo in prestito Alfaro torna alla Lazio, ma poco dopo si trasferisce nel campionato Thailandese, precisamente nel Buriram United Football Club. 

Fine prima parte. Seguiteci anche domani per la seconda ed ultima parte delle scommesse portate a Roma dal Ds Tare.

 

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