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S.S. Lazio: l’arte dell’improvvisazione

L’Improvvisazione teatrale è una forma di teatro dove gli attori non seguono un copione definito, ma inventano il testo improvvisando estemporaneamente. Questa tecnica comporta un grado di interazione con il pubblico commisurato alla perizia tecnica degli attori. (Wikipedia)

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Ecco, l’improvvisazione è un’arte, ma onestamente in casa Lazio questa forma di tecnica si sta portando all’esasperazione. Si è sempre parlato di un progetto tecnico, sportivo e societario, ma da 12 anni a questa parte di progettualità se ne è vista veramente poca. Si tira a campare, si galleggia, si vive di espedienti e di estemporaneità. Per quanto riguarda il livello degli attori, gli unici in grado di migliorare o peggiorare il grado di interazione con il pubblico pagante in questa forma di arte tanto incomprensibile quanto priva di risultato, beh, questi attori lasciano molto a desiderare.

LotitoIL PRODUTTORE – Il produttore, il presidente, della pièce teatrale è colui che manovra i fili dal retro, colui che da dietro le quinte comanda e decide, fa e disfa a suo piacimento. La sua organizzazione è precisa e puntuale in termini di parole, ma manchevole e inadeguata a livello di fatti concreti. Mai un passo in avanti, mai un passo indietro, mai un culmine e mai un abisso. Sembra esserci la volontà precisa di rimanere in un limbo di emozioni e risultati che accontenta solo i mediocri e tutti coloro che non hanno ambizioni. Sempre pronto ed in prima fila quando arrivano i complimenti del pubblico pagante e degli addetti ai lavori, nascosto e taciturno quando gli spettatori non gradiscono. Il produttore dovrebbe metterci la faccia, nel bene o nel male, sempre. Ma non tutti i produttori sono uguali e nel caso del grande carrozzone-Lazio, questo produttore non sembra avere quei colpi di genio e di classe necessari a mettere in piedi produzioni tali da ottenere l’approvazione della platea.

Igli Tare a Lazio Bayer Leverkusen
© Gianni Barberi

IL DIRETTORE DEL CAST – Il direttore del cast della rappresentazione teatrale, il direttore sportivo, è colui che sceglie gli attori e gli interpreti più adatti alla pièce da mettere in scena. Ma nel caso della Lazio è realmente così? Il direttore del cast in tutti gli anni del suo lavoro ha selezionato e scelto più di 50 giocatori, meno della metà dei quali si sono rivelati realmente idonei e pronti alla rappresentazione da portare sul palco. Tanti nomi sconosciuti, tanti giovani di belle speranze, qualche grande attore ormai sulla via del declino… Probabilmente i mezzi finanziari messi a disposizione dal produttore sono limitati e inadeguati, ma il direttore del cast dovrebbe essere in grado di tirare fuori il meglio anche da quelle poche risorse. Non sono mancati i colpi di genio, ma ad ognuno di essi sono corrisposti almeno 4 o 5 flop clamorosi. Verosimilmente i colpi di genio sono stati dei colpi di fortuna.

Pioli Lazio Bayer Leverkusen
© Gianni Barberi

IL REGISTA – Il regista, l’allenatore, è il responsabile artistico della rappresentazione, colui che crea e modella l’opera che dalla sceneggiatura iniziale porta alla messa in scena. Colui che dirige l’interpretazione degli attori e li dispone sulla scena secondo i criteri che crede più giusti. Il nostro regista sembra confuso, sembra non avere in mano la gestione degli attori: troppe prime donne e pochi gregari. Troppi attori simili tra loro e pochi caratteristi. Le sue capacità e le sue idee sembrano essere al di sotto delle aspettative del pubblico e al di sotto delle aspettative createsi intorno a questa rappresentazione. Il regista dovrebbe avere un’idea chiara e lineare del lavoro da svolgersi, ma in questo caso sembra che il lavoro degli attori sia spesso lasciato alla loro improvvisazione…

Formazione Lazio-01GLI ATTORI – Gli attori, gli interpreti, i giocatori. Coloro che mettono in scena le indicazioni del regista, o perlomeno dovrebbero farlo. I personaggi che rendono vive le idee sulla carta della produzione. In questo cast ci sono molti attori che sembrano seguire una linea propria, fregandosene delle indicazioni che provengono dalla regia. Un cast formato da tanti divi difficilmente aggregabili tra loro, alcuni comprimari di basso livello e tanti giovani di belle speranze che sembrano sinceramente non ancora pronti per calcare palcoscenici così grandi come questo. Alcuni attori mancano di umiltà, altri mancano di abnegazione, altri invece mancano decisamente di qualità recitativa.

Curva Nord Lazio
© Gianni Barberi

IL PUBBLICO PAGANTE – Il pubblico, il giudice supremo della bontà di una rappresentazione. Un pubblico pagante che ha il diritto di vedere messo in scena qualcosa di bello e degno. Lo spettatore ha sempre l’ultima parola. Questo pubblico ha sempre seguito in massa le varie performance della squadra, ma dopo gli innumerevoli fiaschi e l’acclarata incapacità gestionale della produzione, sembra aver perso la pazienza ed ha abbandonato il teatro. Forse definitivamente. A meno di un colpo di scena che però sembra essere lontano dall’arrivare, in questa continua improvvisazione ed estemporaneità. Una cosa è certa: il pubblico pagante ha sempre ragione.

“L’improvvisazione è l’arte più scientifica che esista. Perchè in verità l’improvvisazione è soltanto metà della storia: l’altra metà è che bisogna avere la macchina dentro”

Giulio Piras

 

 

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