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Fabio Argentini: “L’unità di intenti fondamentale per un grande evento come Di Padre in Figlio”

Una delle menti della serata del 23 maggio “Di Padre in Figlio”, il giornalista Fabio Argentini, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino (a sua volta chiamato alla scrittura e alla conduzione dello spettacolo) per fare il punto sull’iniziativa a venti giorni dal suo svolgimento, anche dall’alto delle sue esperienze e i suoi ricordi.

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Ricordo la grande festa del Centenario, con la società, la curva e la Polisportiva tutti riuniti attorno allo stesso tavolo. Difficile ripetere al momento questa alchimia, ma una tale unità di intenti è senz’altro fondamentale per riuscire a realizzare grandi eventi.

Per “Di Padre in Figlio” gli autori come Fabio Argentini potranno avvalersi di un regista come Sergio Colabona: “Un professionista che ha lavorato per i grandi network nazionali, ma è soprattutto un laziale enorme. Mentre preparavamo la scaletta continuava a tirar fuori aneddoti e a ricordare giocatori. Persino a parlarmi di quando evitò di riportare la prima fidanzatina allo stadio perché la prima volta la Lazio aveva perso e aveva portato sfortuna. Lavorare in questo scenario mi rende orgoglioso dei colori biancazzurri, Poi dopo la riunione ci siamo ritrovati in Piazza della Libertà, che vede ogni anno riunirsi spontaneamente. Una delle tante storie che racchiudono la lazialità, come quella di Giorgio Chinaglia seppellito al fianco di Tommaso Maestrelli, caso unico della storia del calcio.

D’altronde la storia della Lazio è ricchissima e dovrebbe essere quotidianamente rievocata: “Quello che rappresentiamo deve essere un patrimonio che va conservato e tramandato. Io scrissi un libro sulla nascita dello sport a Roma: non era un libro specificamente sulla Lazio, ma pur nella voglia di equidistanza, c’erano tracce di Lazio in ogni passaggio. Un museo della storia della Lazio rappresenterebbe qualcosa di meraviglioso, se ben fatto e capillarmente organizzato con rappresentati tutti gli aspetti della storia biancazzurra.

Il direttore artistico di “Di Padre in Figlio” sarà Augusto Santucci: “Si tratta di un personaggio abituato a risolvere ogni tipo di problema. Ha lavorato nella musica con grandi artisti e nel teatro, con artisti come Garinei, Montesano e De Sica. Ha una grandissima esperienza per i grandi eventi live. Dal punto di vista dello spettacolo il filo conduttore sarà quello della favola. Non abbiamo fatto altro che dare alla gente quello che vuole, mettendola nella condizione di emozionarsi di nuovo. Noi ricordiamo la Curva Nord per le bellissime coreografie, ma in pochi conoscono davvero cosa ci sia dietro la preparazione di questi spettacoli, negli anni i tifosi laziali hanno raggiunto un livello di creatività che in molti ci invidiano.

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