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‘VOCE DELLA NORD’ – Lettera aperta a Marcelo Bielsa

Ora che è ufficiale l’arrivo di Marcelo Bielsa si può cominciare a guardare all’immediato futuro. C’è una nuova stagione da affrontare e va fatto con uno spirito decisamente diverso rispetto al “deludente” (per usare un eufemismo) campionato appena trascorso. Il popolo biancoceleste confida molto ne “El Loco” e il suo “aut-aut” imposto alla società in tema di mercato fa ben sperare per la nuova stagione. Proprio a Marcelo Bielsa durante la trasmissione “La voce della Nord” in onda su Radiosei è stato dato il benvenuto con una lettera aperta. Ecco il contenuto:

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Il Loco lo chiamano. Bene. Noi amiamo la giusta pazzia dell’eroe romantico, che si pone non fuori ma al di sopra degli schemi per superiorità spirituale e disprezzo della mediocrità. Accogliamo con entusiasmo il suo arrivo sulla panchina della Lazio e la sosterremo senza pregiudizi, garantendole la serenità dovuta alle persone serie che lavorano sodo. La sua reputazione di uomo intransigente e carismatico la precede. Noi la incitiamo fin da subito affinché queste sue indiscusse capacità di leadership siano protese al raggiungimento di un obiettivo comune: restituire dignità sportiva alla S.S.Lazio, alla sua storia e soprattutto al suo popolo. Non siamo qui a chiedere campioni, conosciamo bene la situazione societaria, ma le chiediamo di opporsi all’acquisto di giocatori sconosciuti e scarsi, soprattutto buoni solo per garantire qualche plusvalenza alla chiusura del bilancio. Vorremo una squadra di adepti, un po’ come i suoi “Leprosos”. La voci di una necessità di servirsi di una scorta lasciano il tempo che trovano. Il popolo biancoceleste è sempre, comunque e ovunque al fianco della S.S.Lazio e di chi con onestà di intenti la rappresenta. Nessuna scorta può essere efficace quanto l’amore incondizionato della tifoseria laziale. Se ne vuole la prova, riveda la decisione del ritiro a porte chiuse: non neghi a un padre la gioia di vedere il figlio stringere la mano al proprio idolo. Noi ci staremo comunque, pronti ad osannarla o a criticarla se necessario. Mediante l’unica arma che abbiamo e che non teme scorte o porte chiuse: il nostro canto libero. Fiduciosi di augurarti un buon lavoro mister“.

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