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Massimo Oddo, ieri campione oggi allenatore ma sempre con la Lazio nel cuore: bentornato capitano

Quella di domani sarà la prima volta in assoluto che l’ex terzino biancoceleste, ora allenatore del Pescara, affronterà da avversario la sua ex squadra. Massimo Oddo arriva a Roma dall’Hellas Verona sotto la gestione Cragnotti. Cinque stagioni e mezzo con l’aquila sul petto, 137 presenze e 17 goal. Ragazzo serio ed esemplare, capace con quel piede destro di fare cross di una bellezza unica e sempre pronto a dare tutto per la maglia (non  a caso è diventato capitano con il tempo). I tifosi biancocelesti ricordano sempre con attento Oddo perché a differenza di tanti giocatori che hanno spesso dimenticato in fretta il loro passato biancoceleste, lui invece no…anzì. Per lui ogni occasione era (ed è tuttora) buona per manifestare il suo amore per la Lazio. Ogni occasione ora buona per citare la squadra biancoceleste. Anche quando le strade sono costrette a dividersi…A Gennaio 2007 è stato acquistato dal suo primo amore, il Milan (in cambio di 7 milioni e 750 000 euro più il cartellino di Pasquale Foggia, che vestiva già la maglia biancoceleste). Con i rossoneri vincerà poi la Champions League e a chi è il suo primo pensiero nel secondo giorno più bello della sua vita? Alla LazioVincere questa competizione è una cosa incredibile, però lasciatemi ricordare che è anche merito della Lazio“. Queste parole, rilasciate a caldo subito dopo la vittoria del trofeo, lasciano capire quanto l’uomo sia rimasto legato a questi colori e la gratitudine provata verso un intero tifo che gli è stato sempre vicino. Pensate sia finita qua? Assolutamente No! Dopo la sua breve esperienza al Bayern Monaco lo cercava la Roma, ma lui fu categorico: “No grazie! La maglia della Lazio è una seconda pelle non potrei mai“.

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Insomma Massimo Oddo incarnava perfettamente il concetto di attaccamento alla maglia, specie nei derby, di cui è stato sempre protagonista assoluto con reti e grandi partite (vedi la corsa sotto la Nord dopo il rigore segnato a Doni). Vedere quel terzino giocare la stracittadina con tanta cattiveria agonistica, ma soprattutto con tanta eleganza ed educazione infiammava un intero popolo. Le immagini delle sue corse sotto la Nord, dopo un rigore segnato o una punizione ma sopratutto quei cross sublimi rimarranno indelebili nella testa di tutti i tifosi. Ora ha intrapreso la carriera da allenatore. La Lazio cercherà di dare un dispiacere al suo Pescara,  ma al tempo stesso riabbraccerà il suo vecchio capitano, tanto amato e mai dimenticato e lui riabbraccerà la sua amata Curva Nord. Scenderà qualche lacrima? Sicuramente ma quel sorriso di chi è felice di tornare a casa. Del resto come diceva Long John Chinaglia: “Di Lazio ci si ammala inguaribilmente“.

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