Vincenzo Mirra, ex difensore biancoceleste, per parlare del momento attraversato dalla Lazio di Simone Inzaghi è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio,
“Quando si fanno risultati credo che portino entusiasmo e poi di conseguenza è tutto più facile. Gli allenamenti si fanno sempre con intensità e gioia in questo modo. Quando le cose non vanno per il verso giusto, ti deprimi e tutto è più complicato: è una questione psicologica. Quando invece va tutto bene, corri per 90 minuti e non te ne accorgi. E’ come la vita, quando le cose vanno bene ti riesce tutto.
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Non sono un fautore del 3-5-2. Se la Lazio avesse rischiato qualcosa in più, essendo reduce da diversi risultati positivi. Si poteva giocare alla grande con il 4-3-3 con Felipe Anderson come esterno alto. Quest’ultimo e Keita non ce l’hanno tutte le squadre. Inzaghi si è coperto di più per lottare anche per un pareggio, non so se è un punto guadagnato o se sono due punti persi. La squadra biancoceleste ha un’identità ora, l’entusiasmo è dalla loro e ora devono continuare a giocare con lo stesso metodo sfruttando al massimo il potenziale offensivo. Si potrebbe cambiare in corsa, ma il 4-3-3 è nel DNA del gruppo condotto da Inzaghi.
Il tridente è da top club. Sono dei giocatori che non hanno tutte le squadre. E’ tra le prime in campionato per il potenziale. Non bisogna snaturare però Felipe Anderson, potrebbe avere discontinuità e perderebbe di imprevedibilità. E’ imprendibile quando parte, non ci sono calciatori in giro con la sua qualità. Mi fa male vederlo in posizione più arretrata.
Quando i risultati ci sono è il momento migliore per analizzare le cose che non sono funzionate. E’ lì che si deve migliorare. Subito dopo il gol la squadra non si è depressa e questo è dovuto al momento entusiasmante che sta vivendo il gruppo”.

