AGGIORNAMENTO DELLE 8:53 (ore italiane) – Ecco il discorso del neo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump fatto all’Hotel Hilton di Manhattan: “Per repubblicani e democratici è arrivato il tempo di restare uniti. Di collaborare, lavorare insieme e ricostruire la nostra grande nazione. Ho appena ricevuto le congratulazioni di Hillary Clinton e io mi congratulo con lei. La nostra non è stata una campagna elettorale, ma un grande movimento”. Emozionato, è salito sul palco con la famiglia al completo, Melania, la nuova First Lady vestita di bianco, e tutti i figli. Come colonna sonora la musica di Independence Day: “Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani“.
L’America ha scelto: Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Alla fine di una lunga notte elettorale, dopo aver vinto nello Stato chiave della Florida, il candidato repubblicano ha virtualmente superato la soglia dei 270 grandi elettori necessari (275) per diventare presidente degli Stati Uniti. Nella volata finale, il tycoon ha conquistato Wisconsin (10 grandi elettori), Georgia (16), Iowa (6), Idaho (4), Utah (6), Pennsylvania (20), Alaska (3) e Pennsylvania (20). L’insediamento ci sarà il 20 gennaio 2017 in quel momento Barak Obama passerà il testimone a Donald Trump.
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I MERCATI HANNO PAURA DI TRUMP – I mercati mondiali sono crollati. E non si sono fatte attendere le prime reazioni dal mondo. L’Ufficio presidenziale sudcoreano ha convocato una seduta del Consiglio sulla sicurezza nazionale per discutere “il potenziale impatto delle elezioni presidenziali” Usa, riferisce l’agenzia Yonhap, in merito alla stretta attenzione sul voto Usa per gli effetti che ci sarebbero potuti essere in Asia a seconda del candidato vincente. Donald Trump è visto da Seul con sospetto per l’approccio “non convenzionale” dichiarato verso la Corea del Nord, a differenza della continuità offerta da Hillary Clinton. “Congratulazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al popolo americano, libero!”, ha scritto su Twitter Marine Le Pen.
I REPUBBLICANI MANTENGONO IL CONTROLLO DELLA CAMERA E DEL SENATO – Non solo l’elezione del presidente degli Stati Uniti. Anche il controllo della Camera e del Senato (rinnovato solo per un terzo) restano ai Repubblicani. Al Senato conferme arrivanono per Rand Paul, in Kentucky, e Marco Rubio in Florida. Accantonate le ambizioni presidenziali, Rubio è tornato a concentrarsi sul Congresso e sulla sua corsa in Senato. I repubblicani mantengono dunque, come del resto era previsto, il controllo della Camera. I repubblicani hanno al momento un’ampia maggioranza di 247 deputati contro i 188 dei democratici.

