Dopo l’orrenda filastrocca del “comico” e “famosissimo” imitatore dei Politici, Andrea Merkù, non si è fatta attendere la risposta di Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo. Dopo lo sfogo personale fatto sul proprio profilo Facebook (clicca qui), Gabriele ha ribadito ribadire il suo pensiero ai ai microfoni di Radio Incontro Olympia: “E’ vero, Merkù mi ha chiamato. La vicenda è nata così. Ho ricevuto questa telefonata. Mi ha parlato e si è giustificato, ma io premetto che non sapevo nulla della vicenda. Lì per lì sono stato gentile e l’ho anche un po’ consolato, anche se gli ho rimarcato di non aver sentito nulla. Me l’aveva messo in maniera che era stata una specie di lapsus. Mi ha preso un po’ in contropiede. Poi però, subito dopo, mi è arrivato un messaggio con un audio. Mi sono documentato e debbo dire che dopo averlo sentito mi è venuto il voltastomaco. L’ho vista come una cosa programmata, voluta, non messa lì così. L’ultima frase è stata sfumata, chi conduceva sapeva benissimo il contenuto della frase. Sono rimasto male e mi sono incazzato. Io a lui posso credere in piccola parte, ma non credo a gente che stava la. C’è gente che si professa laziale e lo doveva bloccare. Se avessi sentito prima l’audio non l’avrei scusato così facilmente. Vogliamo vedere quante rime ci sono con *azzo? Ce ne sono tante, quella è esplicita”.
Vengono poi analizzate le scuse: “Mi è salito il veleno dopo quelle scuse.Potrebbe interessarti
Poi sulle conseguenze:”Mi sto informando se ci sono gli estremi della querela su questa vicenda. Sono stufo. Ci devono pensare dieci volte prima di scrivere una cosa del genere. E non solo quando parlano di mio padre, ma di episodi sul calcio che vengono esaltati”.

