Il direttore sportivo Igli Tare: voto 7 – “Elastic Heart”, tanto bravo a lavorare sotto traccia, quanto poco apprezzato per un eloquio non proprio cristallino. E non c’entra parlare sette lingue o anche più: non è questione certo culturale ma di sostanza, dal Klose trattenuto con tutte le forze (ma quando mai? la risposta piccata del tedesco) a Luis Alberto atteso “con curiosità”, all’Europa League “da vincere” alla presentazione sin troppo enfatica di Bisevac. Il problema è sempre quello, piazzare l’asino dove vuole il padrone, perché quando i margini di lavoro si allargano, si conferma un signor direttore sportivo. Da Immobile preso a otto milioni alle scoperte di Wallace e Bastos che hanno messo a posto una difesa che sembrava irrecuperabile, a De Vrij, Biglia e Anderson e Keita, che forse se ne andranno ma se sono lì non ce li ha messi di certo Babbo Natale. Sul piano vendite ci sarebbe qualcosa da ridire, visto che lui paga i suoi gioielli meno di quanto costano i vari Maksimovic e Bruno Peres, ma le storie Candreva, Hernanes e forse Keita all’orizzonte dicono che tirare troppo la corda non paga nel mercato di oggi. Ma anche in questo, la colpa è davvero sua?
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D’altronde il cinese diceva: se il tuo nemico te lo mette nel culo, non agitarti troppo. Faresti solo il suo gioco.


