E’ lo sfidante di Carlo Tavecchio per la presidenza della Figc. Andrea Abodi si racconta a Il Corriere della Sera, tra vecchi errori e nuovi propositi per la Federazione Italiana.
L’APPOGGIO A TAVECCHIO UN ERRORE
“Avevo appoggiato Carlo sbagliando i tempi e i modi. Non ero stato corretto con gli sfidanti, però ho fatto tesoro di quell’errore. Credevo che Tavecchio fosse il punto di equilibrio e invece avevo torto. Le motivazioni che allora mi hanno spinto a stare dalla sua parte, adesso sono quelle che mi hanno convinto a scendere in campo. Al presidente avevo promesso lealtà e chiesto due cose: non doveva tradire me e la mia Lega e non doveva farmi sentire solo. Non è successo, nonostante i suoi sforzi. A livello strutturale ha avuto il mio consenso. Ho partecipato a tanti ragionamenti e proposto molte cose con generosità. Però ho sentito la Lega di B abbandonata al suo destino. C’erano degli accordi e non sono stati rispettati. Il taglio dei contributi alla Federazione lo abbiamo pagato soprattutto noi. E la modifica della Legge Melandri è stato un ulteriore passaggio negativo.
OBIETTIVO TRASPARENZA
“A cosa mi riferisco quando parlo di una Federazione più trasparente? La gente ha bisogno di capire cosa stiamo facendo.Potrebbe interessarti
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IL PROGRAMMA
“Le parole chiave sono: reputazione, competitività, sostenibilità. E senza sostenibilità non c’è reputazione. Vorrei dare alla Figc un’impronta più aziendale, moderna e dinamica. E bisogna evitare fratture troppo ampie tra le Leghe. Se non c’è unità è tutto più difficile. Inoltre, va studiato meglio il rapporto tra il professionismo e il mondo dei dilettanti. Invece, sino adesso, le componenti ragionano in maniera separata”.
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