Maestrelli & Chinaglia, il marchio di fabbrica della Lazio più pazza e più bella di sempre. Quella che nel 1974 vinse uno scudetto insperato e incredibile. Un romanzo più che un’impresa sportiva. Venticinque anni dopo sarebbe stata la volta della squadra stellare di Cragnotti e Eriksson.
LA PIU’ GRANDE DI SEMPRE
Nell’immaginario biancoceleste la mitica squadra degli anni ’70 resta la più grande di sempre. Una banda fatta di tanti uomini straordinari ma che (giustamente) la storia consegnò agli annali come la Lazio di Maestrelli e Chinaglia. L’allenatore-buon padre di famiglia, l’unico capace di trasformare in energia positiva l’irruenza dei suoi ragazzi. E l’ariete che da solo si caricava sulle spalle la squadra. Il mito di Maestrelli e Chinaglia rivive (in un contesto storico calcistico diverso e con le inevitabili differenze caratteriali e tecniche dei protagonisti) nella Lazio di oggi.
INZAGHI COME MAESTRELLI
Inzaghi (proprio come Maestrelli) è riuscito a creare un gruppo granitico di cui lui stesso è leader e componente. Una simbiosi che pochi allenatori riescono a realizzare. Simone ha carisma e grandi capacità di gestione, non solo conoscenze tecniche. Come riporta La Gazzetta dello Sport, oltre ad abile stratega si sta rivelando un fine psicologo. I suoi giocatori tutto questo lo percepiscono ma al tempo stesso lo sentono come uno di loro. Per l’età che ha non può essere il buon padre di famiglia che era Maestrelli ma un fratello maggiore si. La sostanza però non cambia. L’accostamento con «il Maestro» è scattato automatico negli occhi e nelle menti dei tifosi laziali sin dalle prime partite giocate all’Olimpico dalla sua Lazio. L’attuale tecnico è infatti solito portare in campo i propri figli Tommaso e Lorenzo. Anche Maestrelli portava i gemelli Maurizio e Massimo alla fine delle partite. Erano le mascotte di quel gruppo unico.
IMMOBILE COME CHINAGLIA
Se il paragone Inzaghi-Maestrelli era emerso durante la scorsa stagione, quello Immobile-Chinaglia è una novità assoluta.Potrebbe interessarti
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