Il Flop si è trasformato in Top vero e proprio. E con doti da leader che in pochi gli riconoscevano. Trovare aggettivi per definire Luis Alberto ormai è inutile. Un’artista per come finalizza passaggi e gol. Quello che sta facendo lo spagnolo nella Lazio è incredibile, quasi inverosimile. Oltre a manovrare e ispirare da ieri fa anche gol capolavori. Uno più bello dell’altro. Il primo su punizione ha permesso alla squadra di rimettere la gara in equilibrio. Il secondo, dribblando portiere e mezza difesa del Sassuolo, ha chiuso la partita. Una sentenza. Lui però come ha sempre fatto non cambia, resta umile, disponibile e sempre con quell’espressione di chi sa che deve ancora imparare tanto. E che la strada intrapresa è difficile perché chi l’ha massacrato è pronto a dargli contro alla prima stortura. Ma Luis guarda avanti e fila dritto. Probabilmente è anche questo il suo segreto.
Un ragazzo che nella vita ha sofferto tanto per arrivare e adesso che assapora la cima farà di tutto per migliorare ancora di più. Appena diciannovenne, prima al Siviglia e poi al Barcellona, era considerato una stellina. Luis Alberto era considerato un talento sul quale puntare a occhi chiusi. Poi le cose non sono andate come si pensava e lui, forse un po’ troppo umorale (basta pensare che a gennaio la voleva addirittura far finita col pallone), si è buttato giù e ha cominciato a girovagare. L’occasione al Liverpool, ennesima chance sprecata. Il ritorno in Spagna e poi, come ricorda Il Messaggero, la Lazio. Dove il ds Tare, l’unico a credere ciecamente in lui, quasi a brutto muso un giorno a Formello gli disse di pedalare e correre perché un giorno tutti avrebbero parlato di lui.
A distanza di mesi ecco la rivincita.Potrebbe interessarti
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