Il 4 giugno allo Stadio Olimpico di Roma andrà in scenda un appuntamento che ormai riunisce i laziali da ben 2 anni. Di padre in figlio Insegno presenterà lo spettacolo
Di padre in figlio Insegno sarà il conduttore della serata speciale, inoltre parla della mancata qualificazione in Champions e della Lazio
“Mi spiace molto per la mancata Champions, sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Volevamo festeggiare nel miglior modo possibile. Resta comunque una festa unica nel suo genere, la cosa bella di questa realtà è che accomuna tutte le parti, sacre, profane, laiche e clericali di un’entità sportiva. Una giornata dedicata al popolo laziale che si riunisce, bello da vedere. Sarà una giornata piena di belle idee, di ospiti d’onore. Canteranno e suoneranno. Sarà spettacolo con tutte le Lazio presenti. Non credo che in Europa tra le squadre di calcio si realizzi una festa simile. Il brand ‘Di Padre in Figlio’ è giusto, intende tutti quelli che hanno nel cuore questo simbolo”.
“I tifosi sono uniti ai giocatori di oggi, a quelli del passato, alla Polisportiva. Come in una famiglia. ‘Di Padre in Figlio’ dovrebbe avere più eco. Signori, si prenda ad esempio questa grande manifestazione che unisce tutte le declinazioni di una società sportiva. Facciamo girare questo in Europa, la positività. È un’edizione unica, anche perché ci saremo tutti, anche la SS Lazio, partecipa ufficialmente per la prima volta. ‘Di Padre in Figlio’ non è più una reazione nei confronti della dirigenza, o della squadra”.
SULLA LAZIO
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Partita Lazio Inter: “Nella notte di Lazio-Inter ho rivissuto un’atmosfera da Lazio. Sembra che questa società non abbia un popolo molto attivo. Ma noi non siamo pochi, siamo tanti. A volte siamo sedentari. Il popolo laziale c’è, esiste, è numeroso. Non ci sono solo 25.000 tifosi. Mi piacerebbe molto che questa città non avesse figli e figliastri”.


