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SANTA MARIA DELLA SCALA Cupola pericolante: appello al Ministero, ma…

SANTA MARIA DELLA SCALA Cupola pericolante. Lo è dallo scorso 8 giugno, quando è saltata parzialmente in aria dopo essere stata colpita nella parte esterna da un fulmine. Da allora l’accesso alla chiesa trasteverina è dimezzato. Transenne sono state poste sull’altare e in buona parte della navata centrale, in quanto, nei momenti di vento, dalla cupola che li sovrasta cadono calcinacci. Inoltre l’intera lanterna, in pietra e pesante diverse tonnellate, è rimasta inclinata dopo il colpo e potrebbe precipitare da un momento all’altro. A riferirlo l’Agenzia Dire, che il reggente della Chiesa, padre Tauro.

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Continuano a cascare pezzi – spiega quest’ultimo – e col vento raggiungono anche il cortile della scuola elementare adiacente“. Un altro duro colpo per la chiesa, già colpita qualche anno fa da un’infiltrazione di acqua dal tetto che minacciava l’affresco della sua cappella più famosa. “La mattina dell’8 giugno trovammo una montagna di macerie sotto alla cupola. – racconta Padre Tauro – L’allarme antincendio suonava e tutto l’impianto elettrico della chiesa era saltato. Così abbiamo chiamato i vigili, che hanno fatto un primo sopralluogo e poi inviato un verbale a chi di competenza“.

Oggi, tre messi, un altare improvvisato nella navata, tra le panche dei fedeli fa da sfondo al rito della messa. Inoltre fino a fine anno non saranno celebrati matrimoni. Senza contare l’impatto sui turisti, che ogni giorno entrano per ammirare le prestigiose opere qui conservate, trovandosi invece di fronte un orrendo spettacolo

Custodi della chiesa, fin dalla costruzione, a fine ‘500 nel cuore di Trastevere, sono i frati Carmelitani Scalzi. L’edificio è però proprietà del ministero degli Interni, che l’amministra tramite il Fondo edifici di culto (Fec). Quest’ultimo è stato informato il giorno stesso del catastrofico evento  proprio da padre Tauro: “Li ho avvertiti della massima gravità della situazione e li ho pregati di avviare il restauro il prima possibile“, spiega mostrando una copia della lettera inviata.

Alla quale il Ministero ha risposto, tre giorni dopo, con un’altra missiva, indirizzata allo stesso reggente, alla Soprintendenza Speciale Belle Arti di Roma e alla Prefettura. “Si prega di esperire tempestivo sopralluogo e di adottare tutti i provvedimenti ritenuti necessari alla tutela della pubblica e privata incolumità“, il contenuto dello scritto. Dove il Ministero autorizzava inoltre a intervenire “qualora l’organo tecnico ravvisi i requisiti presupposti dalla legge“, assicurando la copertura finanziaria.

Ciononostante – continua padre Tauro – ancora non si è visto nessuno. Fino ad ora gli unici ad aver controllato la situazione sono i vigili del fuoco, il giorno del crollo. Se ne sono andati raccomandandosi di isolare le zone pericolose, in attesa di un futuro intervento. Serve subito la messa in sicurezza – conclude – e un parafulmine più alto per evitare che il problema si ripeta“.

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