La Lazio nel destino delle due giovani vittime di Ardea: il racconto del loro ex allenatore.
Ardea, due giovani vittime con un sogno: la Lazio. Un sogno infranto per mano di un 34enne psicolabile, che ha tolto loro la vita ad appena 5 e 10 anni. A perdere la vita nella sparatoria, che ha avuto luogo ieri mattina nel Consorzio Colle Romito, anche il nonno dei due piccoli, intervenuto per salvarli. E la triste fine non ha risparmiato nemmeno l’assalitore, suicidatosi nella sua abitazione, dove si era barricato per sfuggire alla cattura.
Una vicenda sconvolgente, sia per la comunità alle porte di Roma ma anche per chi ha avuto modo di seguirla attraverso giornali e tv.Potrebbe interessarti
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Il tecnico ha raccontato che il più grande giocava come portiere e che i compagni gli avevano assegnato la fascia di capitano. Sulle sue tracce già da tempo si erano mossi gli osservatori della Lazio. Che addirittura aveva raggiunto un’intesa con l’Ostiamare per farlo approdare a Formello, tra gli esordienti. Del bambino Proietti rievoca la solarità, l’allegria e lo spirito di gruppo. Ma soprattutto il rapporto con il fratellino: quest’ultimo, ricorda, era sempre presente al campo quando c’era il fratello e voleva imitarlo nella carriera. O perlomeno, avrebbe voluto.
INTANTO LA LAZIO CERCA UN ESTERNO

