Murales giallorosso Sergio Leone, dura denuncia del giornalista e consigliere USPI Fabio Polli
Murales giallorosso Sergio Leone, scoppia il caso. Un ritratto gigante del grande regista romano è comparso qualche giorno fa sulla facciata di un palazzo dell’Ater in zona Centocelle. L’iniziativa, nell’ambito del progetto della fondazione Roma Care in collaborazione con lo Street artist Lucamaleonte, sta suscitando in queste ore molte polemiche. Il motivo? Le tinte dell’opera, in linea con i colori della Roma. Un pò come se lo scopo fosse in realtà solo porre l’accento su una presunta fede di Leone nella seconda squadra della città. Una circostanza questa sottolineata ieri anche dall’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Massimiliano Valeriani. E che ha scatenato immediate le proteste dei laziali, affrettatisi a rivendicare l’appartenenza del regista, confermata anche da esponenti romanisti (Carlo Verdone), alle proprie fila.
MURALES GIALLOROSSO SERGIO LEONE: “SUPERATO IL LIMITE”
Tra i più accesi, il giornalista Fabio Polli, che, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, ha attaccato duramente i fautori dell’iniziativa: “Hanno superato il limite“, esordisce.Potrebbe interessarti
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MURALES GIALLOROSSO SERGIO LEONE: “A ROMA TUTTO E’ POSSIBILE”
A questo proposito, il giornalista si sofferma sugli aspetti urbanistici dell’opera: “Ad oggi non esiste una normativa sull’esecuzione di murales sugli edifici. La sua autorizzazione non sarebbe conforme alle norme vigenti paesaggistiche ed urbanistiche“. E, in quest’ottica, sottolinea la differenza di trattamento tra Ater e cittadini: “Perchè per rifare una facciata un condominio privato deve essere autorizzato e l’Ater invece no?“. Gli scenari che si aprono sono quindi surreali e a tratti grotteschi: “Non essendoci la norma, possono subentrare interpretazioni locali e personali. E tutto può diventare possibile, a Roma come altrove. In nome del dio (romanista) del calcio“.
MURALES GIALLOROSSO SERGIO LEONE: “OPERAZIONE DI MARKETING A BASSO COSTO”
Possibile e che poi resta per anni: un aspetto che più di tutti suscita l’indignazione di Polli. “Forse – scrive – proprio questo desidera chi sta usando la storia popolare di Roma e forse l’ingenuità di qualche politico-tifoso per una “operazione di marketing” a basso costo“. La quale, spiega il giornalista, “con la scusa dell’omaggio culturale mira invece a diffondere in città un “sentiment” giallorosso che diventerà nuova ‘clientela’“. Usando tra l’altro, sottolinea, una “citazione storica discutibile“, quale appunto Leone tifoso della Roma. E a tutto questo, conclude, “la parte di Roma più sana, intellettualmente più onesta, non può sottostare in maniera così supina“.


