Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha rilasciato un’intervista ai taccuini de Il Messaggero in cui ha affrontato vari temi, tra cui la persistente contestazione da parte dei tifosi. Lotito, al centro di critiche e attacchi, ha ribadito la sua posizione ferma e inflessibile, dichiarando di non essere disposto a cedere sotto la pressione.
Le minacce e la scorta
Durante l’intervista, Lotito ha raccontato in dettaglio la difficile situazione che vive quotidianamente a causa delle contestazioni. “Ancora oggi vivo sotto scorta, ricevo minacce telefoniche, anche 7-8 al giorno,” ha dichiarato il presidente della Lazio, descrivendo le pressioni subite. Lotito ha menzionato anche i cori ostili durante i cortei, volantini che raffigurano la sua tomba e candele accese in segno di protesta. Tuttavia, il numero uno biancoceleste ha ribadito la sua fermezza: “Tengo il punto e non mi piego”.
Dal 2004, anno in cui ha acquisito la presidenza della Lazio, Lotito ha affrontato ogni attacco a muso duro.Potrebbe interessarti
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Lotito – La lotta contro i soprusi
Lotito ha poi spostato l’attenzione sul tema della contestazione, chiarendo la sua posizione in merito: “Sono contro i soprusi. Mi ribello con tutti i mezzi legali che ho a disposizione”. Il presidente ha evidenziato come la contestazione non abbia nulla a che fare con il calciomercato o con le scelte societarie. Il Patron ha difeso l’operato della sua Lazio, sottolineando come la squadra non abbia subito nessun ridimensionamento e stia dimostrando il suo valore sul campo.
Secondo il Presidente, le proteste dei tifosi sarebbero solo un pretesto per costringerlo a vendere la società: “È una scusa per costringermi a vendere perché non ho mai ceduto a nessun privilegio”. Il Presidente biancoceleste ha quindi ribadito la sua volontà di proseguire senza farsi influenzare dalle pressioni esterne.


