Rivelazioni esclusive di Calori sullo scudetto della Lazio del 2000: il gol epico alla Juventus e i retroscena con Mazzone! #LazioScudetto #CalcioStoria #Biancocelesti
In un’intervista che riaccende i ricordi di una delle pagine più gloriose del calcio italiano, Alessandro Calori ha condiviso aneddoti affascinanti sullo scudetto vinto dalla Lazio nel 2000. Proprio come successo con le dichiarazioni di Marchegiani, l’ex giocatore biancoceleste si è aperto ai microfoni del Corriere dello Sport, parlando di quel trionfo storico e del gol decisivo contro la Juventus. Queste parole non solo evocano emozioni, ma invitano i fan a riflettere su come un singolo momento possa definire una carriera e un’eredità.
Calori ha descritto con precisione il gol che sigillò il titolo, un’azione che ancora oggi echeggia nei cuori dei tifosi. «Cross da sinistra di Rapajc, colpo di testa, respinta di Conte, stop di petto e tiro di destro». In questa frase, Calori ripercorre fedelmente la sequenza dell’azione, quasi come se fosse un replay vivido, sottolineando l’intensità e la tecnica che trasformarono un momento cruciale in un’icona del calcio.
Un altro aspetto intrigante delle sue dichiarazioni riguarda l’arbitro Collina e le dinamiche dietro le quinte. «Ricordo Collina al telefono, avrà chiesto come comportarsi ai vertici arbitrali. Il campo del Curi drenava benissimo, altrimenti non sarebbe stato possibile riprendere». Qui, Calori suggerisce una possibile interazione tra l’arbitro e le autorità, offrendo uno sguardo curioso sui meccanismi del gioco e su come condizioni esterne, come il drenaggio del campo, abbiano giocato un ruolo nel prosieguo della partita.
Non manca un tocco personale e riflessivo sulla legacy di quella vittoria. «L’affetto dimostrato dai laziali in tutti questi anni mi ha colpito e mi fa piacere. Faccio l’allenatore, nutro una simpatia naturale per la Lazio, ho lavorato anche con la Primavera. Certo il calcio è così. Vengo ricordato per il gol alla Juve. Sembra di rimanere in una nicchia. Un po’ come l’urlo di Tardelli al Bernabeu». Con questa citazione, Calori esprime gratitudine per il sostegno dei fan e paragona il suo momento a un altro storico episodio, evidenziando come certe imprese restino confinate in una "nicchia" di appassionati, ma con un impatto duraturo.
Infine, Calori dedica parole ironiche e affettuose al suo allenatore, toccando un tema di grande interesse per chi ama le storie di calcio. «Ce voleva un romanista per far vincere lo scudetto alla Lazio». Questa frase ironica sottolinea il contrasto tra la fede calcistica di Mazzone e il successo ottenuto, aggiungendo un tocco di umorismo e curiosità su come le dinamiche personali possano influenzare le vittorie sul campo.
Queste rivelazioni di Calori non solo celebrano un trionfo datato 25 anni fa, ma ricordano ai lettori quanto il calcio sia fatto di emozioni, coincidenze e storie umane, invitando a riscoprire un capitolo indimenticabile della storia laziale.