La Finale di Coppa Italia tra il Bologna di Vincenzo Italiano e il Milan di Sérgio Conceição ha visto trionfare, dopo 51 anni, i felsinei grazie a una rete siglata nella ripresa da Ndoye. Tuttavia, a far parlare di sé non è stata tanto la partita quanto ciò che è accaduto dentro e fuori lo Stadio. L’augurio è quello di non aver modo di rivedere più queste scene in un clima di festa, gioia e sofferenza, che deve rimanere nei limiti sportivi, come quello di una Finale.
Vergogna in Bologna Milan, gli organizzatori non sono esenti da colpe
La storia di Antonio, il tifoso aggredito al termine del match tra Bologna e Milan, ha colpito gli animi di migliaia di appassionati di questo sport. Tuttavia, quel che doveva delimitarsi esclusivamente a una semplice partita di pallone si sta trasformando in un caso più ampio, svelando ulteriori comportamenti vergognosi che nulla hanno a che vedere con lo sport.
Nel mirino, stavolta, finisce la Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma, assegnata ai tifosi del Milan in occasione della finale. Una scelta che ha sollevamento molti dubbi fin da subito, vista l’accesa rivalità tra la Curva Sud dei rossoneri con la tifoseria della Roma, cui quel settore appartiene per tradizione.
Durante l’incontro, diversi episodi hanno macchiato il clima sportivo: sedili vandalizzati, scritte volgari contro i romani e, cosa ancor più grave, incisioni offensive rivolte alla memoria di Antonio De Falchi, il giovane tifoso romanista tragicamente scomparso nel 1989 in seguito a degli scontri tra tifoserie.

La domanda è una: perché stabilire nella Curva Sud, cuore pulsante del tifo giallorosso, proprio i rossoneri e non i sostenitori del Bologna così da poter quantomeno limitare dei danni facilmente prevedibili?
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