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Lazio, il paradosso di Fabiani: tutti incedibili, ma per comprare serve vendere

Lazio – C’è qualcosa di stonato in questa estate a tinte laziali. Come un’orchestra che accorda gli strumenti senza mai cominciare a suonare. Le parole del Direttore Sportivo Angelo Fabiani fanno eco da giorni: “Nessuno è sul mercato”. Eppure, per acquistare, la Lazio dovrà prima vendere, obbligatoriamente.

È un paradosso che si regge su equilibri fragili, come versi di una poesia recitati al contrario: hanno suono, ma non senso. E mentre il tempo scorre, la squadra resta sospesa, Maurizio Sarri interdetto e i tifosi della Curva Nord vittime di vincoli tecnici e narrativi.

Lazio, i paletti della FIGC congelano il mercato: il punto della situazione

La Lazio non può comprare. Non perché non voglia, ma perché non può. Lo dice il Covisoc, che ha certificato lo sforamento di tre parametri economico-finanziari al 31 marzo 2025: l’indice di liquidità, il costo del lavoro e l’indebitamento.

Il verdetto è uno solo: il mercato in entrata a Formello sarà bloccato fino a settembre, o comunque fino a quando non verranno ceduti alcuni giocatori o ripianate certe situazioni contabili.

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Lazio, il Direttore Sportivo Angelo Fabiani è come un parroco senza parocchia: non potrà acquistare nessuno se la situazione non cambierà (Foto Fraioli)

Claudio Lotito può solo vendere o attendere. In entrambi i casi, ciò significa non agire. E chi aspetta troppo, nel calcio, spesso si trova a rincorrere.

Lazio, Fabiani e il dogma dell’incedibilità

Angelo Fabiani ha fatto della fermezza comunicativa il suo marchio di fabbrica.
In più dichiarazioni ha ribadito che i big della rosa – da Guendouzi a Zaccagni, passando per Rovella, Romagnoli e Castellanos – non si toccano. Rimarranno nella Capitale.

Nessuno è sul mercato”, ha detto. Un messaggio chiaro, netto, anche rassicurante per una piazza già scossa da altre situazioni esterne. Eppure, le stesse fonti societarie ammettono che l’unico modo per tornare attivi è vendere. Un passo indietro per farne uno in avanti? Forse.

Cedere significa sacrificare. Ma sacrificare chi, se nessuno è cedibile? È qui che nasce il paradosso comunicativo.

Lazio, il Presidente Claudio Lotito all’interno di una bufera mediatica

Lazio, la strategia del gelo estivo

La Lazio ha già ceduto Tchaouna, per cui si attende solamente l’ufficiliatà, per circa 15 milioni di euro al Burnely. Ma non basta per rattoppare i buchi del mercato laziale. Secondo stime autorevoli, tra rientri da prestiti, plusvalenze e vendite servirebbero almeno 40 milioni per riaprire ufficialmente il mercato in entrata.

Fabiani ha dichiarato che “non si compra tanto per comprare” e che si preferisce “fare mercato a gennaio, dove ci sarà più equilibrio e meno follia”. È una visione logica, fredda, calcolata. Ma anche rischiosa e non particolarmente amata dai tifosi.

Il rischio è quello di restare immobili per troppo tempo, mentre gli altri corrono. Di affrontare una stagione con lacune già note, senza soluzioni.

Lazio, il presente che sfugge

È il paradosso dell’estate biancoceleste. Dichiarare incedibili i giocatori, ma sapere che solo vendendoli si potrà agire. Dire no alla spesa, ma dipendere dalle entrate. È come parlare d’amore senza mai scrivere una lettera, o come suonare una sinfonia senza strumenti.

Lazio, il nuovo tecnico Maurizio Sarri è insoddisfatto della gestione societaria (Foto Fraioli)

La Lazio è sospesa, come nell’”Inverno” di Vivaldi. Tutto tace, tutto attende. Ma la stagione, quella vera, arriverà prima della “Primavera” tanto attesa da Fabiani. E i tifosi? Assistono, mormorano, sperano.

Perché tra i silenzi di chi gestisce, e le attese di chi ama, tempus fugit, diceva Orazio. E la Lazio, almeno per ora, resta ferma.

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