La Lazio ha delineato una chiara exit strategy per dare respiro al mercato in entrata entro la fine di agosto. L’obiettivo è riequilibrare tre parametri fondamentali e garantire a Sarri quei due o tre innesti che gli erano stati promessi.
Il primo passo è la cessione di Tchaouna al Burnley, operazione da circa 15 milioni che genererà una plusvalenza rilevante rispetto agli 8,5 milioni spesi un anno fa per acquistarlo dalla Salernitana. Tuttavia, questo non sarà sufficiente: è solo l’inizio di un percorso complesso.
Il direttore sportivo dovrà continuare con la dismissione di elementi considerati fuori dal progetto come Basic, Cancellieri, Fares, Kamenovic e alcuni ex Primavera, più semplici da piazzare sul mercato. Un’ulteriore entrata o risparmio potrebbe arrivare con le cessioni di Cataldi oppure di uno tra Hysaj e Lazzari. Non si escludono offerte per Luca Pellegrini, attualmente in vantaggio su Tavares nelle gerarchie.
Restano invece intoccabili i big: cedere elementi chiave come Rovella o Castellanos significherebbe sbloccare il mercato, sì, ma al prezzo di un evidente indebolimento della rosa. L’intenzione è quella di mantenere saldo il gruppo ereditato da Baroni, rimandando ogni valutazione importante al mercato di gennaio.
Nel frattempo, il presidente ha cercato di tranquillizzare l’ambiente attraverso un comunicato ufficiale, sottolineando la solidità finanziaria della società e ribadendo che la Lazio dispone di risorse per fronteggiare l’attuale situazione. Non è escluso un intervento personale, come già avvenuto nel 2021, sebbene non si tratterebbe comunque di una somma sufficiente a coprire l’intero fabbisogno.
Un aumento di capitale è escluso. In parallelo, si stanno valutando le potenzialità del patrimonio immobiliare biancoceleste – stimato attorno ai 300 milioni – per comprendere se uno degli asset possa essere utilizzato come leva. Infine, nel bilancio in chiusura il 30 giugno, sarà incluso un accantonamento destinato alla riqualificazione dello stadio Flaminio.
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