La rivoluzione nel centrocampo della Lazio: Ordine nel caos senza Luis Alberto? #Lazio #Calcio #SerieA
La Lazio sta affrontando una svolta decisiva nella costruzione del suo centrocampo, puntando su nuovi equilibri tattici per la prossima stagione. Con l’assenza di un elemento chiave come Luis Alberto, l’attenzione si sposta su come ripristinare l’ordine in una zona del campo che rischia di diventare caotica, alimentando curiosità su quali sorprese riserverà il campo.
Al centro di questa evoluzione tattica c’è Mattéo Guendouzi, che emerge come il pilastro principale. Non è un caso che, nei recenti test come quello di domenica contro la Primavera e nella sessione di ieri, Nicolò Rovella sia stato schierato al fianco di Reda Belahyane e Matias Vecino. Rovella, nonostante la sua generosità in fase difensiva e la sua dinamicità, spesso “corre dietro l’avversario” (un’espressione che evidenzia come tenda a inseguire gli avversari in modo reattivo, lasciando spazi esposti invece di mantenere una posizione strategica), il che lo rende non ideale per il ruolo di vertice basso. In questo contesto, Sarri mira a valorizzare le potenzialità di Fisayo Dele-Bashiru, un giocatore che ama proiettarsi in attacco, abbandonando la sua posizione di mezz’ala.
Con Guendouzi e Dele-Bashiru pronti a spingere in avanti, Danilo Cataldi rimane ancorato al ruolo di regista, offrendo quelle verticalizzazioni essenziali per la squadra. L’obiettivo principale è trovare qualcuno che “dia ordine in mezzo al caos” (una frase che sottolinea la necessità di un mediatore capace di organizzare il gioco in situazioni confuse e disordinate, evitando errori fatali). È interessante notare che, nell’ultimo 4-3-3 prima delle dimissioni, Rovella e Guendouzi giocavano insieme, ma con Luis Alberto come l’altra mezz’ala, descritto come un “play a sinistra che regalava anche intuizioni in profondità e più di qualche gol sparso” (questo commento riflette come Luis Alberto fosse un elemento creativo, capace non solo di distribuire palloni incisivi ma anche di segnare, aggiungendo imprevedibilità all’attacco).
L’assenza di Luis Alberto si fa sentire pesantemente, con i sei centrocampisti in rosa (o sette se contiamo il giovane Pinelli) che non raggiungono una media di due reti a stagione nei campionati europei, lasciando interrogativi su come la squadra possa migliorare in fase offensiva. Sarri conta sull’emersione di Dele-Bashiru, l’unico insieme a Vecino in grado di aggiungere gol a un attacco che può essere definito “un po’ stitico” (un termine che ironicamente descrive un reparto poco prolifico, quasi bloccato nel generare opportunità di rete). Nel frattempo, Belahyane e Cataldi, durante la prima amichevole, hanno alternato palleggi e imbucate rapide come richiesto, mentre Rovella deve affinare queste abilità per riconfermarsi titolare.
Guendouzi resta l’elemento inamovibile a centrocampo, ma la squadra spera in un contributo maggiore in termini di reti – ricordando i suoi numeri dell’anno scorso, con un gol e cinque assist tra coppe e campionato. Questa mossa tattica potrebbe essere la chiave per un centrocampo più equilibrato e imprevedibile, lasciando i tifosi con il fiato sospeso su come si evolverà la stagione.
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