“Pensare troppo in avanti è un errore: mai come quest’anno bisogna affrontare ogni giornata con realismo e pragmatismo.”
Con queste parole, l’ospite del programma radiofonico in onda su Radiosei Walter Bezzi ha aperto la riflessione sul futuro della Lazio nella prossima stagione. Un invito alla cautela, alla misura, alla consapevolezza di un momento particolare, in cui le previsioni rischiano di essere fuorvianti.
“Dopo la prima uscita stagionale contro la Primavera – ha proseguito – ho ascoltato alcune analisi, anche da parte di colleghi, che mi sono parse del tutto fuori luogo. Partite del genere servono solo a sciogliere i muscoli, a ritrovare confidenza con il campo, non certo a trarre conclusioni tecniche o tattiche definitive.”
Unica nota degna di menzione, il gol di Toma Bašić, che potrebbe rappresentare per il centrocampista croato un’occasione di rilancio, una sorta di “vetrina” per riacquisire fiducia e visibilità. Ma il cuore del discorso riguarda un nodo più profondo: la struttura stessa del club e la sua capacità di programmare.
“La Lazio – spiega l’intervistato – può anche disputare una stagione positiva, approfittando dell’assenza dalle competizioni europee, che le consentirà una gestione fisica e mentale più regolare rispetto ad altre squadre. Tuttavia, questo non modificherà il quadro generale.”
“Il vero problema – aggiunge – è la mancanza di una visione strutturata e la cronica impossibilità, da parte della società, di costruire qualcosa di alto profilo. Il limite è di ordine societario, e a mio avviso è insanabile. La Lazio non ha, oggi, i mezzi per regalare un sogno ai suoi tifosi. Soprattutto ai più giovani, che avrebbero bisogno di un orizzonte, di un progetto ambizioso a cui credere.”
Parole nette, che pongono interrogativi profondi sul futuro del club. Se da un lato vi è fiducia nel lavoro sul campo e nel possibile rimodellamento della squadra da parte dell’allenatore, dall’altro emerge una critica severa al modello gestionale della società, giudicato incapace di competere con le grandi realtà del calcio nazionale.
Lascia un commento