Home Ultime Notizie Lazio Lotito pianificava di arraffare 90 milioni con due cessioni chiave della Lazio

Lotito pianificava di arraffare 90 milioni con due cessioni chiave della Lazio

Svelato il piano originale di Lotito per la Lazio: puntava a 90 milioni da due cessioni, ma un improvviso blocco ha rovinato tutto! #Calciomercato #Lazio #Esclusiva

La tregua siglata a Formello non cancella i retroscena di una crisi gestionale che ha paralizzato il club. La rabbia del tecnico ha radici profonde, originate da un cortocircuito comunicativo clamoroso: la notizia dello stop totale agli acquisti, comunicata dalla Covisoc il 26 maggio, gli è stata taciuta per giorni, ben oltre la firma sul suo rinnovo del 2 giugno. Questa mancanza di trasparenza ha minato profondamente la fiducia, lasciando spazio a interrogativi su come una simile omissione possa aver influenzato le dinamiche interne.

A rendere il quadro ancora più surreale è la difesa della dirigenza, che sostiene di aver appreso la reale portata della “paralisi assoluta del mercato” solo in un secondo momento, presentandosi come vittime di una situazione imprevista. Questa versione, però, si scontra con i piani che il presidente stava portando avanti appena poche settimane prima, alimentando curiosità su quali strategie siano state realmente abbandonate.

Prima che la tempesta si abbattesse sul club, Lotito era pronto a finanziare il mercato con un tesoretto imponente. Nel mirino c’erano le cessioni di Nicolò Rovella e Taty Castellanos, operazioni dalle quali il club contava di incassare una cifra stimata tra gli 80 e i 90 milioni di euro. Un capitale del genere avrebbe potuto essere reinvestito per costruire una squadra competitiva, secondo le indicazioni del tecnico.

In questo contesto, la perentoria dichiarazione che il presidente “spifferava in giro” – “Non cediamo i nostri big a nessuno” (un’affermazione che in realtà rivela una mossa affannata per mascherare una paralisi improvvisa, anziché una vera dimostrazione di forza) – assume tutto un altro significato. Non era una scelta strategica, ma l’effetto di un’impossibilità sopraggiunta che ha congelato i piani, irritato l’allenatore e gettato un’ombra pesantissima sul futuro del club. Lo riporta Il Messaggero.

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