Il calcio estivo, si sa, vive di due cose: le amichevoli sotto il sole e, soprattutto, il calciomercato. Quella finestra di due mesi in cui le speranze dei tifosi vengono alimentate, le fantasie prendono forma e la “passione” si nutre di nomi, trattative e sogni di gloria.
A Formello, però, l’aria che tira è diversa. L’argomento del giorno non sono i nuovi acquisti, ma l’ennesima polemica di Maurizio Sarri contro il mondo dei giornalisti. Una battaglia personale che, guarda caso, funge da perfetta cortina fumogena per distogliere l’attenzione dal vero, grande problema di questa estate biancoceleste: un immobilismo sul mercato che sa di resa anticipata.
Mentre il “Comandante” affila le sciabole verbali, accusando la stampa di ogni nefandezza e creando un clima da assedio, i giorni passano e la casella dei “colpi” in entrata rimane desolatamente vuota. Le rivali si rinforzano, progettano, investono. La Lazio sembra quasi navigare a vista, aggrappata alle certezze di un gruppo valido, ma che avrebbe un disperato bisogno di nuova linfa per alzare l’asticella.
La domanda sorge spontanea e maliziosa: forse il presidente Lotito è convinto che Sarri possa replicare all’infinito il miracolo già compiuto a Napoli? Pensa forse che il genio tattico del suo allenatore basti a colmare il gap con le corazzate del campionato, trasformando giocatori buoni in fenomeni e lottando per traguardi ambiziosi con le sole armi della lavagna e del “sarrismo”? Il problema che ad un certo punto, se vuoi vincere servono i soldi.
Nessuno mette in dubbio il valore della rosa attuale. Da Provedel a Zaccagni, passando per la leadership di Romagnoli e i gol (si spera ritrovati) di capitan Immobile, le basi sono solide. Ma per competere su più fronti, per regalare ai tifosi la sensazione che la prossima possa essere davvero “la stagione giusta”, servono alternative di pari livello, serve il guizzo di mercato, serve l’acquisto che accende la fantasia e fa correre in massa a comprare la nuova maglia.
Invece, l’unica cosa che si accende oggi è la miccia della polemica. Una strategia tanto vecchia quanto efficace: creare un nemico esterno per compattare l’ambiente e, soprattutto, per non dover parlare delle proprie mancanze. Ma i tifosi della Lazio sono un pubblico esigente e preparato. Non si lasciano abbindolare facilmente. Ascoltano le parole del loro allenatore, forse annuiscono anche, ma poi guardano il calendario e si chiedono quando arriverà quel centrocampista dinamico, quell’esterno capace di saltare l’uomo, quel vice-Immobile che permetta al capitano di rifiatare.
È ora di spegnere le polemiche e accendere i riflettori sul mercato. La guerra di Sarri ai media può attendere. La costruzione di una Lazio competitiva, no. I tifosi non chiedono la luna, ma un progetto chiaro e ambizioso che trasformi l’attesa estiva in un prologo entusiasmante per la stagione che verrà. Perché i sogni, presidente, non si costruiscono con le conferenze stampa al veleno, ma con i fatti. E, nel calcio, i fatti hanno un solo nome: calciomercato.