Poli, l’eroe laziale contro Cambobasso: “Quel legame con la squadra è unico, al diavolo i detrattori!”

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Fabio Poli, l’eroe del 1987 che salvò la Lazio: “Sapere che i ragazzi sono ancora legati a quella squadra è qualcosa di unico” #Lazio #IntervistaEsclusiva #CalcioStorico

Fabio Poli, l’ex giocatore diventato leggenda per quel gol decisivo contro il Campobasso che sigillò la salvezza della Lazio nel 1987, ha ripercorso quei momenti indimenticabili in una lunga intervista a Radio Laziale. Le sue parole evocano un mix di nostalgia e orgoglio, attirando l’attenzione su come un singolo istante possa segnare per sempre la storia di una squadra e dei suoi tifosi. Con un tono carico di emozione, Poli non solo rivive il passato, ma fa riflettere su cosa significhi essere parte di un club come la Lazio, suscitando curiosità su come quelle esperienze continuino a influenzare il presente.

Nelle sue dichiarazioni, Poli ha condiviso dettagli vividi di quel fatidico 5 luglio. “Oggi è un’emozione diversa rivivere quel gol, sapere che i ragazzi sono ancora legati a quella squadra è qualcosa di unico. Ricordo di aver visto quella palla buttata in mezzo da Piscedda, io credevo che non ci sarei arrivato e che il portiere riuscisse e fortunatamente ho segnato. Dopo quei cento metri di camminata è stata veramente bellissima, la corsa verso questi 30.000 tifosi della Lazio. Ognuno di noi sognava un momento straordinario come quello. Questo è stato qualcosa di straordinario, più dello Scudetto del Bologna. I tifosi della Lazio sono straordinari. Io non so senza quel gol cosa sarebbe stato, la Lazio pochi anni dopo è stata grande, abbiamo dato la possibilità ai tifosi della Lazio di gioire e di vincere. Quella è stata un’annata dura, poi c’è stato questo sogno che ci ha fatto veramente star bene. Se abbiamo pensato di non farcela? Sì, nel crollo finale non c’eravamo più dal punto di vista psicologico e fisico. Contro il Vicenza non sapevamo cosa potesse accadere”. In questa lunga riflessione, Poli cattura l’essenza dell’emotività sportiva, evidenziando come un gol non sia solo un’azione, ma un legame eterno con i tifosi, che ancora oggi rende quel momento unico e irripetibile.

Passando a temi più attuali, Poli ha espresso le sue opinioni su aspetti manageriali e sul futuro della squadra. “Non mi aspettavo una situazione del genere. Penso che Lotito non abbia fatto una cosa bella al tifoso, forse è meno legato alla Lazio e al suo popolo di quel che pensavo. Sarri ha un bel compito, ha le qualità per far bene, da tifoso della Lazio spero faccia qualcosa di positivo, anche perché il tifoso della Lazio non merita quello che sta facendo bene. Io credo che chi vive e gioca per questa società capisce dentro cosa c’è. La Lazialità ti viene trasmessa dentro, chi ha qualcosa dentro se la sente e se la porta. La Lazialità o ce l’hai vivendo nella Lazio o sei un calciatore che ha poco dentro. Nel giorno d’oggi il legame con le società non è come una volta e chi riesce ad averlo è fortunato. Oggi si vive per qualcosa di personale”. Qui, Poli critica con onestà la gestione attuale, ma infonde speranza nel ruolo di Sarri, spiegando come il vero spirito della Lazio si basi su un legame profondo che va oltre il mero professionismo, invitando i lettori a riflettere su cosa significhi essere autenticamente “Laziale”.

Analizzando la rosa attuale, Poli ha condiviso ottimistiche prospettive sui giocatori. “Io spero che Zaccagni torni ai suoi livelli. Sarri può tirar fuori tanto dai suoi giocatori, ma ammiro Castellanos e vorrei facesse uno step importanti. Per il resto la rosa può fare grandi cose, ma devono ascoltare l’allenatore e pensare alla Lazio prima che a sé stessi”. In questa affermazione, Poli sottolinea l’importanza del lavoro di squadra e del ruolo dell’allenatore, facendo emergere la curiosità su come singoli talenti possano elevare l’intera formazione, se focalizzati sul bene comune.

Guardando oltre la Lazio, Poli ha commentato le dinamiche del campionato e altre squadre. “Ci sono squadre che stanno facendo dei mercati importanti, il Como ha un presidente che se vuole può comprare chi gli pare, può dare fastidio a tutti. La Lazio deve pensare a dare il massimo e fare i conti alla fine. Il Bologna è in crescita, ha preso un nuovo centrale: abbiamo fiducia nella società. Spero Italiano si ripeta, non pensavo potesse fare una stagione come la scorsa vincendo la Coppa Italia, è stato un allenatore importante e che ha cambiato modo di giocare. Immobile? Bologna nel tempo ha fatto rinascere molti giocatori come Signori e Baggio”. Poli qui offre un’analisi acuta del panorama calcistico, evidenziando come mercati ambiziosi e allenatori di valore possano scuotere gli equilibri, e invita i lettori a interrogarsi sul potenziale di squadre rivali e su figure come Immobile nel contesto storico.

Infine, toccando un tema più personale, Poli si è espresso su un giocatore di rilievo. “Faccio fatica a giudicarlo, sono tre anni che gioca in Canada: tornare in un campionato come il nostro è complicato, dipende da come stanno fisicamente e mentalmente. Devono ritrovare dentro di sé nuovi stimoli”. Con queste parole, Poli esprime una cauta valutazione, sottolineando le sfide del ritorno in un campionato competitivo, e stimola la curiosità sui fattori mentali e fisici che possono fare la differenza per atleti come Insigne.

Questa intervista di Poli non solo riaccende il ricordo di un’era gloriosa, ma solleva interrogativi affascinanti sul calcio moderno, invitando i tifosi a riflettere sul mix di passione, gestione e talento che definisce il gioco.

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di Redazione Laziochannel

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