Al giorno d’oggi essere appassionati di sport, soprattutto calcio, significa anche fare i conti con i tanti – forse eccessivi – abbonamenti e con il proprio portafoglio sempre più vuoto. Attenzione, non stiamo del posto in curva allo Stadio, ma di quello sul divano a casa con il telecomando.
Guardare la Serie A, la Champions League o l’Europa League (di cui i tifosi laziali dovranno fare a meno, almeno per questa stagione) è diventato un percorso a ostacoli fatto di piattaforme e pacchetti sempre più frammentati: DAZN, Sky, NOW, Amazon Prime e altre ancora.
Un mosaico che il tifoso medio deve ricomporre, a suon di decine di euro al mese, per seguire davvero tutto il calcio che conta. Avere una passione, nonché distrazione, ormai è diventato un lusso.
Eppure la beffa arriva proprio da chi prometteva di rendere l’esperienza più accessibile.Potrebbe interessarti
La sensazione è che il tifoso sia diventato un cliente da spremere più che un appassionato da coinvolgere. La passione resta intatta, ma il portafogli si svuota. E il rischio, ormai concreto, è che guardare la propria squadra diventi un lusso più che un diritto.
Vuoi la Serie A? Ti devi abbonare a DAZN. Vuoi anche la Champions? Ti devi abbonare a SKY, ma non basta, la partita più interessante verrà trasmessa da Amazon Prime Video. Vuoi l’Europa e la Conference League? Bene, paghi di più DAZN. Per non parlare di chi vuole gustarsi il calcio internazionale o di categorie inferiori.
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