La composizione delle rose in Serie A: regole e vincoli per i club
Partecipare al campionato di Serie A comporta un’attenta pianificazione nella costruzione dell’organico, con scelte che devono essere orientate agli obiettivi sportivi e gestionali prefissati da ciascuna società. Tuttavia, le possibilità a disposizione dei dirigenti non sono illimitate: da alcune stagioni, infatti, anche il massimo campionato italiano si è dotato di un sistema di regolamentazione delle rose, ispirato in parte a quanto già previsto dalla UEFA per le competizioni internazionali.
Il quadro normativo introdotto dalla FIGC
A partire dalla stagione 2022/2023, con il Comunicato Ufficiale n. 29/A, la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha introdotto il cosiddetto “tetto alle rose”. La norma, emanata dal Presidente Federale, stabilisce che ogni club di Serie A debba trasmettere alla Lega – entro le ore 12:00 del giorno antecedente la prima gara di campionato – l’elenco dei 25 calciatori tesserati.
All’interno di questa lista devono obbligatoriamente figurare almeno 4 giocatori “formati in Italia”, nonché altri 4 “formati nel club” di appartenenza. In alternativa, qualora non vi siano calciatori cresciuti nel proprio settore giovanile, è possibile inserire fino a 8 elementi formati sul territorio nazionale, mantenendo invariato il limite totale di 25 tesserati.
La definizione di “giocatori formati nel club”
Ai fini regolamentari, per “calciatori formati nel club” si intendono quei giocatori che, tra il compimento del 15° e del 21° anno di età (o rispettivamente dall’inizio e fino al termine delle stagioni in cui hanno raggiunto tali età), siano stati tesserati in via definitiva per la medesima società per un periodo complessivo, anche non continuativo, di almeno 36 mesi oppure per tre stagioni sportive intere. Tale definizione prescinde dalla nazionalità o dall’età anagrafica del calciatore.
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