Le analisi di De Grandis sulla Lazio: cosa rivela l’amichevole contro il Burnley? #Lazio #Calcio #DeGrandis
Il giornalista sportivo Stefano De Grandis ha condiviso le sue riflessioni sull’amichevole della Lazio contro il Burnley, offrendo spunti intriganti per i tifosi in vista dell’inizio della stagione. Con un’occhio attento alle dinamiche in campo, De Grandis ha esplorato aspetti chiave come il centrocampo e l’attacco, lasciando intuire possibili evoluzioni tattiche da non perdere.
Focalizzandosi su Felipe Anderson, De Grandis ha evidenziato il suo percorso di crescita. “Felipe Anderson nella prima annata ci mostrava uno sprint pazzesco. Quand’era tornato non aveva più quello sprint secco, ma si era educato tatticamente. Secondo me ha fatto un tragitto importante alla Lazio”. Queste parole suscitano curiosità sul suo ruolo futuro, mostrando come la sua evoluzione possa essere un fattore decisivo.
Passando all’analisi della partita, De Grandis ha sottolineato le sfide incontrate contro il Burnley. “La Lazio contro il Burnley può pagare la differenza di ritmo e di forza. Questo è un tipo di prova che permette di fare un piccolo passo avanti”. Questo commento invita a riflettere su come queste amichevoli possano essere un banco di prova essenziale per affinare la squadra.
Per quanto riguarda il centrocampo, De Grandis ha insistito sull’importanza di valorizzare i talenti a disposizione. “Penso che sia necessario continuare a testare Dele-Bashiru. Penso sia un delitto buttare a mare il Rovella dello scorso anno. Credo sia obbligatorio recuperare il giocatore. La Lazio ha bisogno del centrocampo per aumentare la quota gol. Una squadra deve segnare con i centrocampisti. La difficoltà di sognare, di pensare a un obiettivo e che ti porti a un certo tipo di percorso. Però ci sono sempre delle dichiarazioni che raffreddano gli entusiasmi. Questo è il vero peccato”. Le sue osservazioni alimentano l’interesse su come queste scelte possano influenzare l’equilibrio della formazione.
Infine, nel settore offensivo, De Grandis ha espresso apprezzamento per Dia, delineando scenari tattici intriganti. “Dia mi è sempre piaciuto. Lo scorso anno in attacco faticava perché la squadra era bassa e si doveva appoggiare a Castellanos. Se si fa il 4-3-3 più alto e serve uno veloce e forte in area di rigore allora Dia ci può stare. Credo che a Castellanos manca due cose: la velocità di base e l’aspetto realizzativo”. Questo insight solleva domande su possibili adattamenti, rendendo il dibattito ancora più avvincente per i seguaci della squadra. Con queste analisi, l’attenzione resta alta su come la Lazio possa evolversi nei prossimi match.
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