Doveva essere una semplice amichevole estiva, utile per rodare schemi e gambe, ma Lazio-Atromitos si è trasformata in un match nervoso e pieno di tensione. I biancocelesti hanno vinto 2-0 a Rieti, ma il risultato rischia di passare in secondo piano di fronte alla quantità di falli e al clima da rissa portato in campo dai greci.
Il primo campanello d’allarme è arrivato già nel corso del primo tempo, con diversi interventi duri che hanno innervosito i giocatori della Lazio. A far esplodere la miccia è stato un duro scontro tra Guendouzi e Ruiz, episodio che ha fatto accendere gli animi.
Pochi minuti più tardi, la situazione è degenerata: un contrasto ai danni di Castellanos ha acceso un alterco furioso con Mansur, trasformandosi in una vera e propria rissa che ha coinvolto anche le panchine.
Inevitabili le espulsioni, con l’argentino della Lazio e il difensore dell’Atromitos costretti a lasciare il campo e a proseguire lo scontro persino nel tunnel degli spogliatoi.
Solo nella ripresa la gara è tornata su binari più ordinati, permettendo alla Lazio di gestire il vantaggio e portare a casa un successo comunque prezioso. Ma il bilancio disciplinare resta pesante, e la sensazione è che contro le squadre greche la tensione sia ormai una costante.
Un copione simile si era già visto pochi giorni fa nell’amichevole tra Napoli e Olympiacos. In quell’occasione, un durissimo intervento di El Kaabi su Rrahmani aveva scatenato l’ira di Antonio Conte, costretto a farsi trattenere dallo staff per non entrare in campo a protestare con l’arbitro. Anche lì, clima incandescente e nervi a fior di pelle per un test che avrebbe dovuto avere ben altri toni.
Due episodi ravvicinati che confermano una tendenza: affrontare i club greci in amichevole significa spesso ritrovarsi in partite tese, condizionate da falli duri e atteggiamenti sopra le righe. Un aspetto che lascia più di un interrogativo sul valore “preparatorio” di queste sfide, troppo spesso trasformate in vere e proprie battaglie.
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