A pochi giorni dall’esordio in campionato contro il Como, la Lazio continua la sua preparazione con un test probante contro il Burnley. Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, il giornalista Stefano De Grandis ha analizzato diversi aspetti della squadra biancoceleste, partendo dalla prestazione nell’amichevole di sabato fino ad arrivare ai nodi irrisolti del centrocampo e dell’attacco.
L’analisi parte dal brasiliano Felipe Anderson, ormai ex Lazio, ma ancora al centro dei ricordi: “Nella sua prima avventura a Roma ci mostrava uno sprint incredibile. Al ritorno non aveva più quello scatto secco, ma ha saputo educarsi tatticamente. Il suo percorso alla Lazio è stato comunque molto importante”.
Focus poi sul cuore del gioco: “Dele-Bashiru va testato ancora, ha caratteristiche interessanti. Ma il vero ‘delitto’ sarebbe rinunciare al Rovella dello scorso anno. Va assolutamente recuperato, perché è un elemento che può fare la differenza. E poi serve aumentare il numero di gol dei centrocampisti: le squadre forti segnano da tutte le zone del campo. Il problema è che a volte, proprio quando si comincia a sognare, arrivano dichiarazioni che smorzano l’entusiasmo. E questo è un peccato”.
Infine, uno sguardo all’attacco: “Dia mi piace molto. L’anno scorso ha faticato in una squadra bassa, dove ci si appoggiava spesso a Castellanos. Ma se si alza il baricentro con un 4-3-3 più offensivo, lui può essere l’uomo giusto: rapido e forte in area. Castellanos? Gli mancano due qualità fondamentali: velocità e concretezza sotto porta”.
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