Nel giorno dell’esordio stagionale della Lazio contro il Como di Fabregas, Stefano Fiore ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha tracciato un parallelo interessante tra l’attuale momento dei biancocelesti e la stagione 2002-03. All’epoca, le pesanti cessioni di Nesta e Crespo segnarono l’estate laziale, ma l’arrivo di Roberto Mancini in panchina fu determinante per rilanciare l’ambiente. Oggi, secondo Fiore, toccherà a Maurizio Sarri dare quella scossa necessaria, nonostante un mercato bloccato.
L’ex centrocampista ha sottolineato l’importanza dell’unione del gruppo: “Serve ripartire dalla voglia di migliorarsi, con l’aiuto della squadra. I problemi non si risolvono da soli”. Un messaggio chiaro ai giocatori, chiamati a dare subito segnali forti già dalla trasferta di Como, per lasciarsi alle spalle le delusioni della scorsa stagione.
Fiore vede nella stabilità della rosa un possibile vantaggio: “Sarri ha fatto bene a Roma e ha la fiducia del gruppo”. Tra i nomi da tenere d’occhio, Belahyane e Isaksen, che potrebbero esplodere sotto la guida del tecnico toscano. Nessun allarme, invece, per il dualismo tra Castellanos e Dia: i due, secondo Fiore, possono coesistere e completarsi.
Infine, ha ricordato come la sconfitta contro il Lecce e l’eliminazione col Bodo abbiano pesato nel giudizio sull’ultima stagione, nonostante un inizio superiore alle aspettative.
Lascia un commento