La statistica che sta tormentando la Lazio: da quanto tempo il centrocampo è così sterile? #Lazio #SerieA #CalcioProblemi
Immaginate una squadra ambiziosa come la Lazio, pronta a lottare per l’Europa, ma con un tallone d’Achille che rischia di vanificare tutti gli sforzi. Ecco da quanto non succedeva: un centrocampo così poco prolifico da suscitare non solo preoccupazione, ma anche un urgente bisogno di cambiamento. I biancocelesti stanno lottando con un’eredità della stagione passata che si traduce in una sterilità offensiva al centro del campo, un fattore che potrebbe frenare le loro ambizioni in Serie A.
Questo problema è messo in evidenza da numeri che parlano da soli e che, come riportato da un’analisi de Il Messaggero, appaiono particolarmente allarmanti. Nella stagione 2024/2025, i centrocampisti della Lazio hanno prodotto appena 6 reti, posizionandosi peggio rispetto a squadre come Monza e Lecce. È un dato che non solo evidenzia una carenza nella costruzione della manovra, ma anche una difficoltà nei movimenti offensivi, rendendo il reparto mediano un freno invisibile per l’intera squadra.
Per contestualizzare quanto sia grave, basta un tuffo nel passato: per ritrovare un centrocampo così poco efficace nella storia recente della Lazio, dobbiamo tornare indietro alla stagione 2005/2006, quando giocatori come Liverani, Cesar, Mudingayi e Behrami dominavano il reparto. Questo confronto storico non fa che accentuare l’urgenza di un’inversione di rotta, trasformando quella che era una semplice statistica in una vera e propria sfida per il futuro del club.
Ora, l’attenzione si sposta su come superare questo ostacolo. L’investimento estivo su Fisayo Dele-Bashiru è stato mirato proprio per infondere dinamicità e capacità di inserimento nel centrocampo. Ma il peso non può ricadere solo su di lui: servono contributi da tutta la rosa. Mattéo Guendouzi, con sole 3 reti finora, deve alzare il livello in zona gol, mentre l’esperienza di Matías Vecino – che ha segnato 29 reti in 12 anni in Serie A – e la potenza balistica di Danilo Cataldi, con i suoi 11 gol, potrebbero fare la differenza. Estrarre questo potenziale nascosto non è più un’opzione, ma una necessità per riportare la Lazio ai vertici che le competono, trasformando dati freddi in una storia di riscatto.
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