Il destino ha voluto che Maurizio Sarri e Cesc Fàbregas si ritrovassero di fronte, questa volta sulle panchine di Serie A, dopo essersi incrociati a Stamford Bridge. Era la stagione 2018/19 quando l’allenatore toscano approdava al Chelsea, trovando nello spogliatoio londinese un campione del calibro dello spagnolo.
Il loro rapporto fu particolare: da un lato la filosofia tattica rigorosa di Sarri, dall’altro l’esperienza e la classe di un centrocampista che aveva già vissuto l’apice della carriera tra Arsenal e Barcellona.
Fàbregas, che a gennaio 2019 lasciò i Blues per il Monaco, non nascose mai la stima verso il tecnico, riconoscendone la capacità di dare identità al gruppo e di portare un calcio propositivo anche in Premier League. Non a caso, i blues quell’anno riuscirono nell’impresa di vincere l’Europa League, battendo in finale i nemici dell’Arsenal con un secco 4 a 1.
Oggi, a distanza di sei anni, i due si ritrovano avversari in Serie A, con la sfida Como-Lazio che diventa anche il loro personale derby del ricordo. Sarri guida una Lazio che punta a consolidare ambizioni europee, mentre Fàbregas è al secondo anno come allenatore, e continuerà a trasmettere al suo Como idee moderne e coraggiose.
Non c’è rancore, ma reciproco rispetto. Fàbregas ha spesso parlato del “Sarri-ball” come di un calcio stimolante, mentre il tecnico biancoceleste ha riconosciuto nello spagnolo un professionista intelligente e di grande lettura tattica. La sfida al Sinigaglia, quindi, non è solo una gara di campionato: è la fotografia di due percorsi che si sono incrociati, separati e ora di nuovo riavvicinati.
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