Velasco apre il cuore sulla sua avventura alla Lazio: un ex campione di pallavolo nel mondo del calcio? #Velasco #Lazio #Pallavolo #Calcio
Immaginate un maestro della pallavolo che si immerge nel caotico universo del calcio: è proprio quello che ha fatto Julio Velasco in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. L’attuale CT della nazionale italiana femminile di pallavolo ha ripercorso il suo passato, focalizzandosi sull’esperienza come direttore generale della Lazio, un capitolo che, a suo dire, non ha pienamente soddisfatto le sue aspettative. Ma quali sono i retroscena di questa avventura inaspettata?
In quell’intervista, Velasco ha ammesso con sincerità i suoi dubbi su quel ruolo, rivelando una passione profonda per il calcio che però non si è tradotta in un fit perfetto. «Ci ho provato, ma quel ruolo non faceva per me. Non potevo rifiutare quelle offerte, sia per motivi economici, sia perché sono un calciofilo nato. Fosse stato per me, avrei voluto giocare da numero 10 nell’Estudiantes». Queste parole, cariche di ironia e rimpianto, sottolineano come l’ex allenatore abbia sempre sognato il campo, ma si sia scontrato con le complessità del lavoro dirigenziale.
La gestione di una società di calcio, secondo Velasco, è un mondo di responsabilità intricate, ben diverso da ciò che conosceva nella pallavolo. Tra le trattative di mercato, le pressioni dei media e la gestione dello spogliatoio, il ruolo di direttore generale richiede competenze che non sempre si allineano con quelle di un tecnico abituato a lavorare direttamente con gli atleti. Eppure, proprio questo contrasto ha reso l’esperienza così intrigante da esplorare.
Nonostante le sfide, Velasco guarda indietro con un sorriso, ricordando la Lazio come un’opportunità per crescere e confrontarsi con professionisti di alto livello nel calcio. La sua vera passione rimane la pallavolo, dove ha costruito una carriera straordinaria, ma l’intervista si chiude con un messaggio riflessivo: ogni esperienza, anche quella non ideale, aiuta a evolversi professionalmente e umanamente. Per lui, quella parentesi è stata istruttiva, confermando che conoscere i propri limiti è essenziale per apprezzare ciò che si ama davvero.
Lascia un commento