Sconvolto dall’orario del derby: l’assessore Onorato attacca il governo per i fatti violenti #DerbyDiRoma #SicurezzaStadi #RomaLazio
Il derby tra Roma e Lazio, previsto per domenica 21 settembre alle 12.30, torna al centro delle polemiche dopo gli episodi di violenza che hanno segnato l’ultimo scontro cittadino. Ma cosa spinge un alto rappresentante del Comune di Roma a esprimere così forte dissenso? L’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda, Alessandro Onorato, ha rilasciato dichiarazioni taglienti, rivelando una critica profonda al sistema di sicurezza negli stadi e alle promesse politiche non mantenute.
In un’intervista al Corriere dello Sport, Onorato non ha risparmiato parole dure, esprimendo il suo disappunto per la gestione dell’ordine pubblico. «Sono disgustato e da un governo di destra che prometteva un pugno di ferro per fermare i violenti mi aspettavo sinceramente di più. Purtroppo però nella politica italiana i fatti non corrispondono alle promesse. Ci sono ancora troppe sacche di connivenza con gruppi ultras. Che il derby sia alle 12.30 è una sconfitta dello Stato», ha dichiarato, lasciando i tifosi a chiedersi se davvero l’orario scelto possa peggiorare una situazione già tesa.
Nonostante la critica, Onorato ha voluto mostrare apprezzamento per chi lavora in prima linea. Ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine, pur sottolineando le sfide che affrontano quotidianamente. «Esprimo la mia solidarietà, oltre che la stima, al prefetto Giannini e al questore Massucci, che fanno un lavoro straordinario. Ma come si dice: ognuno recita messa con quello che ha. Gli strumenti sono scarsi, il personale poco e le leggi garantiscono talvolta l’impunità», ha aggiunto, invitando a riflettere su come le risorse limitate possano influenzare l’efficacia nella lotta alla violenza.
Con il derby alle porte, la situazione resta un banco di prova cruciale per le autorità. Onorato ha evidenziato le complessità in gioco, lasciando aperta la questione su quanto ancora debba essere fatto per garantire la sicurezza e rendere questi eventi una festa dello sport, anziché un rischio. Sarà questo l’ennesimo test per un sistema che, a quanto pare, ha ancora molto da dimostrare?
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