Fino allo scorso anno, in occasione di Lazio-Como (terminata 1-1), è stato il falconiere ufficiale della Lazio, con la celebre Olympia ad animare il pre-partita dei tifosi biancocelesti. Poi il video, pubblicato sui social e diventato virale, dell’operazione e il conseguente licenziamento da parte del Presidente Claudio Lotito. Adesso, dopo mesi di silenzio, Juan Bernabè ha deciso di raccontarsi in esclusiva ai microfoni di Laziochannel.
-Salve Juan, come vanno le cose, e come sta Olympia?
“Olympia sta bene, le manca vivere lo stadio e soprattutto stare in mezzo ai tifosi della Lazio. Io mi sto “godendo” la mia vita, nell’ultimo periodo ho viaggiato molto e mi sono dedicato alle mie passioni”.
-Ovvero, quella della falconeria?
“Fare il falconiere è qualcosa di speciale, ma non tutti sanno che sono anche laureato in architettura, anche questa è una mia grande passione. Per quanto riguarda la falconeria, sono il direttore di un centro di recupero per rapaci”.
–Non le manca anche a lei, vivere lo stadio Olimpico e i suoi tifosi?
“Certamente, mi manca tantissimo vivere la lazialità. Come in passato hanno già detto altri, la Lazio è una fede, e in quanto tale ti arriva direttamente al cuore. Al di là di quello che sarà il mio futuro professionale, io sarò sempre un tifoso laziale.”
Bernabè sul rapporto con i tifosi
-Dopo quello che è successo con Lotito però, ci sono stati degli attriti anche con la parte di tifoseria più calda…
“Non voglio parlare di quello che riguarda alcuni capi della Curva Nord. Io ho sempre portato rispetto a tutti, ma in particolare, ogni volta che sono sceso in campo con Olympia mi sono sempre concentrato sul far felici i bambini. Una volta ad esempio, regalai una maglietta a un ragazzo sulla sedia a rotelle”.
–Nonostante quello che è accaduto nell’ultimo anno, lei ha trascorso molto tempo qui alla Lazio, e dunque a Formello. C’è qualcosa nel carattere del Presidente Lotito, che le è piaciuto, con cui si è trovato d’accordo?
“Sicuramente posso dire che si tratta di un uomo molto attaccato ai suoi principi, è davvero difficile fargli cambiare idea se si convince di qualcosa. E in questo ci assomigliamo anche un po’, per me il rispetto e l’amore per la famiglia sono fondamentali”.
-Una narrazione che si discosta molto dalla figura che è stata raccontata sui social dopo quello che è successo con il video dell’operazione…
“Non è giusto come sono stato trattato, è stata usata una mia vicenda personale, del Juan Bernabè uomo e non del falconiere della Lazio, per non rinnovarmi il contratto di collaborazione. Queste persone avrebbero potuto anche comunicarmelo in altro modo, invece di contribuire a farmi passare agli occhi dei social, come un maniaco. Sono stato bombardato per mesi, eppure oggi alla Lazio ci sono alcune vicende di cui nessuno parla più, come quella del calciomercato. Inoltre, in questi quindici anni ho fatto tantissime cose per la Lazio, alcune anche a titolo gratuito: mi sarei aspettato una riconoscenza migliore”.
-Poco dopo l’allontanamento dalla Lazio, tu e Olympia siete tornati su un prato di calcio, quello della Folgore Caratese di Criscitiello, un’apparizione che alcuni tifosi hanno vissuto un po’ come un tradimento
“Olympia è stata e sarà sempre il simbolo della Lazio. I tifosi devono anche capire che questo per me è soprattutto un lavoro, e inoltre Olympia aveva ed ha tutt’ora un grande bisogno di tornare in campo, le manca davvero molto stare in mezzo ai tifosi, specialmente a contatto con i bambini.”
-Non ha provato a farla restare alla Lazio?
“Sì, ho proposto alla società di mandare via me e tenere Olympia per il bene dei tifosi della Lazio, ma la mia proposta è stata rifiutata.”
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