ROMA – Il futuro della difesa biancoceleste si tinge di nubi scure. Durante il suo intervento a “Lazio Social Club” su Radio Laziale, il giornalista de Il Messaggero, Alberto Abbate, ha lanciato un campanello d’allarme che non può lasciare indifferenti i tifosi e la dirigenza capitolina. Al centro della questione, il difensore spagnolo Mario Gila, che – secondo le ricostruzioni di Abbate – sarebbe ormai deciso a lasciare la Lazio, e potrebbe farlo a parametro zero.
Una prospettiva che mette a nudo una doppia beffa per la società del presidente Lotito: da un lato la mancata cessione estiva, dall’altro il rischio concreto di perdere il giocatore a fine contratto senza incassare un euro.
“La mia impressione, vedendo anche come sono andati gli ultimi incontri con l’agente, è che Gila voglia andare via a parametro zero. Quest’estate sarebbe andato via, c’erano offerte dalla Premier. Ma la Lazio non poteva permettersi di perderlo con il blocco del mercato e ha rifiutato ogni offerta”, ha dichiarato Abbate, sottolineando come il blocco delle operazioni in entrata abbia costretto il club a trattenere il centrale, nonostante fossero arrivate proposte concrete dall’Inghilterra.
Un vincolo tecnico comprensibile – evitare di smantellare ulteriormente il reparto arretrato – ma che rischia di trasformarsi in un boomerang. La permanenza forzata di Gila ha probabilmente incrinato i rapporti tra le parti, e ora l’entourage del giocatore sembra muoversi con una strategia ben chiara: attendere la scadenza del contratto per portare via il calciatore a titolo gratuito.
Mario Gila, classe 2000, è cresciuto sotto la guida di Sarri e ha trovato una certa continuità anche con Tudor. Sebbene non sia mai stato un titolarissimo indiscusso, rappresenta un profilo giovane, con margini di crescita e già appetibile sul mercato internazionale. Perderlo senza ritorno economico significherebbe azzerare un investimento e indebolire una difesa già in fase di ricostruzione.
Dal punto di vista patrimoniale, la Lazio si troverebbe con un asset svalutato e nessuna contropartita economica per reinvestire. Una gestione del caso che solleva dubbi sulla programmazione del club e sulla capacità di gestire il ciclo contrattuale dei propri calciatori in modo proattivo.
La palla è ora nel campo della dirigenza biancoceleste. Proporre un rinnovo? Cedere a gennaio per non perderlo gratis? O accettare la perdita e pianificare un sostituto adeguato? Qualunque sia la scelta, sarà necessario agire con lucidità, tempestività e visione strategica. Perché la gestione del “caso Gila” potrebbe diventare il paradigma della nuova Lazio: una squadra che vuole crescere, ma che non può permettersi di perdere valore tecnico ed economico per mancanza di programmazione.
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