Il mercato estivo della Lazio si è chiuso senza i movimenti in uscita attesi, lasciando il club in una situazione di stallo che rischia di riflettersi pesantemente anche sulla sessione invernale. Il presidente Claudio Lotito e il direttore sportivo Angelo Fabiani avevano un obiettivo chiaro: alleggerire una rosa fin troppo numerosa e ridurre il monte ingaggi, così da rispettare il rigido vincolo dell’80% nel rapporto tra costi e ricavi imposto dai nuovi parametri di sostenibilità economica. Un traguardo mancato, che oggi rappresenta un ostacolo concreto per qualsiasi operazione in entrata.
Come riportato dal Corriere dello Sport, il club biancoceleste potrà operare sul mercato di gennaio soltanto attraverso operazioni “a saldo zero”: ogni acquisto dovrà essere compensato da una cessione di pari valore. La zavorra, in termini economici, è rappresentata dagli esuberi ancora a bilancio e fuori dal progetto tecnico.
Il caso più emblematico è quello di Samuel Gigot. Il difensore francese, arrivato con alte aspettative, percepisce un ingaggio da 1,8 milioni di euro più bonus, ma è attualmente in Francia per curare un problema fisico non meglio specificato tra anca e caviglia, che potrebbe perfino richiedere un intervento chirurgico. Una presenza assente ma pesante nei conti della Lazio.
Non è il solo. A Formello restano altri profili costosi e difficili da piazzare sul mercato: Toma Basic (1,6 milioni di euro a stagione), Mohamed Fares (1 milione) e Dimitrije Kamenovic (600 mila euro), tutti fuori rosa e con un contratto in scadenza nel 2026. Una situazione che complica ogni tentativo di alleggerire il bilancio e liberare spazio nella lista dei 25 per il campionato.
Proprio Toma Basic potrebbe rappresentare una soluzione temporanea nella prossima finestra di mercato. Con la possibile partenza per la Coppa d’Africa di due nuovi innesti, Fisayo Dele-Bashiru e Mohamed Belahyane, la Lazio si troverebbe con una coperta corta a centrocampo. In questo scenario, il centrocampista croato potrebbe essere reintegrato come misura d’emergenza, più per necessità che per convinzione tecnica.
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