Luis Alberto svela i suoi derby indimenticabili e l’amore per la Lazio: ‘Derby, quanti ricordi!’ #Lazio #Calcio #Intervista
Luis Alberto, l’ex fantasista che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Lazio, si racconta in un’intervista che accende la nostalgia e la passione per il calcio. Con un legame profondo con i biancocelesti, definito da lui stesso come un «amore infinito», oggi osserverà da spettatore il derby, ricordando le sue giocate magiche che hanno infiammato il pubblico. Le sue parole non solo riaccendono i ricordi dei tifosi, ma invitano a riflettere su cosa significhi davvero l’attaccamento a una squadra, con aneddoti che mescolano emozioni e trionfi.
In questa prima parte dell’intervista a Il Messaggero, Luis Alberto ripercorre i momenti chiave della sua carriera, partendo dai rapporti con chi ha creduto in lui. Quando gli viene chiesto cosa gli ha fatto arrivare Inzaghi, risponde con affetto: «Per me è come un padre, una persona fantastica. Così come Pert, Cecchi e gli altri dello staff. Abbiamo vissuto un periodo bellissimo alla Lazio». Queste parole svelano il calore di un legame che va oltre il campo, rendendo palpabile l’atmosfera di un’era d’oro per la squadra.
Guardando indietro, Luis Alberto riconosce il ruolo decisivo di chi lo ha sostenuto nei momenti di dubbio, come spiega: «Alla fine del 2016-17 volevo trovare un’altra possibilità perché giocavo poco, ma sia Igli che Inzaghi mi dissero che dovevo rimanere perché sarei stato importante. Alla fine è andato tutto secondo i piani». È un racconto che cattura l’essenza del calcio, dove la fiducia può cambiare il destino di un giocatore, e che fa sorgere la curiosità su quante altre storie simili si nascondano dietro le quinte.
Uno dei momenti pivotal della sua avventura è stato il trionfo in Supercoppa contro la Juventus, che lui descrive con orgoglio: «Quella gara ha cambiato la mia storia. Lì giocai trequartista, quella dopo con la Spal da regista perché non c’era Leiva. Mi stavo allenando bene da diversi mesi ma poi il mister mi ha dato fiducia. Il resto lo conoscete no?». Questo aneddoto non solo riaccende l’eccitazione di quel successo, ma fa riflettere su come una singola partita possa definire una carriera intera.
Parlando dei derby, l’attesa e l’atmosfera assumono un ruolo centrale, come rivela: «Pazzesca. I tifosi in quella settimana cambiano faccia, sbagliano anche a lavoro talmente sono distratti. In più so anche l’impegno che ci mette la curva per quelle meravigliose scenografie. Il tifoso laziale è diverso dagli altri: la fede per la Lazio viene prima di tutto». Le sue esperienze nei confronti con i rivali sono piene di emozioni, con ricordi che stimolano la curiosità: «Direi la doppietta nel 3-0 del 15 gennaio 2021, peccato solo per lo stadio vuoto causa Covid. Poi il primo con Sarri, il 3-1, in cui segnano Sergej, Pedro e Felipe».
Tra i momenti iconici, uno su tutti emerge: «Quello del “se hanno sentito enc…” (ride, ndr). Ero contento non per la vittoria in sé, ma proprio per come andò. Loro avevano parlato tanto prima e alla fine erano tutti impazziti. Rimarrà nella storia per sempre». Questa citazione, carica di ironia e trionfo, invita i lettori a immaginarsi l’intensità di quelle sfide, rendendo l’articolo un viaggio affascinante nei meandri del calcio romano.
Le dinamiche con l’allenatore hanno avuto alti e bassi, come ammette: «Perché abbiamo un carattere simile, ma come in tutte le relazioni sane abbiamo preso la strada giusta». Inoltre, durante la pausa per il Mondiale 2022, un momento di incertezza è stato risolto con parole decisive: «Volevo andare via perché non trovavo continuità, ma quando ho comunicato il mio pensiero a Sarri mi ha risposto: “Tu non vai da nessuna parte. Per come ti stai allenando la formazione sarà Luis Alberto più altri dieci”. E così fu».
Nell’estate del 2023, le trattative per il rinnovo hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, e lui conferma: «Lì dipendeva tutto dal rinnovo. Ogni giorno cambiavano le carte in tavola, ma il mister è sempre stato dalla mia parte». Concludendo questa parte dell’intervista, Luis Alberto esprime fiducia nel futuro: «Sarri deve avere determinati giocatori per fare il proprio calcio. Ha trovato una squadra costruita per un altro tecnico e senza poter fare acquisti. Però lui è un maestro e di sicuro troverà un modo per cambiare qualcosa in base al gruppo che ha, ma i giocatori dovranno mettersi a disposizione». Queste riflessioni lasciano il lettore con una sensazione di attesa, underscoring quanto il calcio sia un mondo di adattamenti e passione.
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