Si è spento a Milano, all’età di 91 anni, Giorgio Armani, icona mondiale della moda e simbolo indiscusso dell’eleganza italiana. A comunicarlo è stato il Gruppo Armani, che ha parlato di “infinito cordoglio” per la perdita del fondatore. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo, scuotendo istituzioni, celebrità e cittadini comuni.
Milano in lutto, l’Italia si ferma
La camera ardente sarà allestita all’Armani/Teatro di via Bergognone 59, sabato 6 e domenica 7 settembre, dalle 9 alle 18. I funerali, invece, si terranno in forma privata, rispettando la volontà dello stilista. Intanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha definito “simbolo del genio italiano nel mondo”, mentre la Premier Giorgia Meloni ha ricordato la sua capacità di “portare lustro e ispirazione a livello internazionale”.
Un’eredità eterna
Nato a Piacenza nel 1934, Armani aveva rivoluzionato il concetto di eleganza: dalle giacche destrutturate che hanno segnato gli anni ’80 al guardaroba di Hollywood, fino alla creazione di un impero che spazia dalla moda agli hotel, dai profumi al design. Con oltre mezzo secolo di attività, ha reso il Made in Italy un marchio globale.
Il ricordo del mondo
Il cordoglio è arrivato da ogni settore. Donatella Versace lo ha definito “un gigante che ha fatto la storia”. Julia Roberts ha parlato di lui come di “una leggenda e un vero amico”. Persino lo sport si è unito al lutto: la Juventus, il Napoli e il CONI hanno ricordato la sua passione e il suo legame con l’Italia.
Il vuoto di un gigante
Giorgio Armani lascia non solo un’azienda solida, ma un’eredità culturale incancellabile. Un uomo schivo, riservato, eppure capace di cambiare il modo in cui il mondo ha imparato a guardare l’eleganza. Il suo nome resterà per sempre sinonimo di stile, raffinatezza e italianità.
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