La Lazio si trova in un momento di riflessione dopo un inizio di campionato altalenante. Le prime due giornate hanno offerto prestazioni diametralmente opposte, lasciando aperti molti interrogativi sul reale stato di forma della squadra. A fare chiarezza, o almeno a provare a interpretare questa fase di transizione, è intervenuto ai microfoni di Radio Laziale l’ex calciatore e allenatore Massimo Piscedda, figura molto vicina all’ambiente biancoceleste.
Piscedda non ha nascosto le sue perplessità, soprattutto per quanto riguarda la coesione e il rendimento complessivo della squadra. “L’unica cosa che non riesco a decifrare è lo stato di forma della Lazio. Le due partite disputate finora sono state troppo diverse tra loro per poter fare un’analisi precisa”, ha dichiarato, evidenziando come manchi ancora una chiara identità di gioco.
Tuttavia, tra i singoli spiccano alcune certezze. Il ritorno in campo di Alessio Romagnoli è stato salutato con entusiasmo da Piscedda, che lo considera “il difensore più completo della rosa”. Un leader silenzioso ma fondamentale, il cui apporto potrebbe essere determinante per dare stabilità a una retroguardia apparsa incerta.
Buone impressioni anche per il giovane Provstgaard, descritto come in ottime condizioni fisiche e pronto a ritagliarsi uno spazio importante all’interno della rotazione difensiva.
Uno dei temi più caldi riguarda il ballottaggio offensivo tra Isaksen e Cancellieri, due giocatori dalle caratteristiche diverse ma entrambi in cerca di conferme. Piscedda ha chiarito la situazione: “Isaksen deve essere al massimo della forma per togliere il posto a Cancellieri. Quest’ultimo, nelle prime uscite, mi è piaciuto molto: ha grinta, fisicità e grande voglia. Non sarà un talento puro, ma può dare tanto”.
Una competizione che, secondo l’ex tecnico, può solo giovare alla squadra, soprattutto in un reparto offensivo che cerca nuovi equilibri dopo i cambiamenti estivi.
Il quadro tracciato da Piscedda restituisce l’immagine di una Lazio in cerca di se stessa, sospesa tra il desiderio di continuità e la necessità di adattarsi a una nuova configurazione tattica e mentale.
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