Le dichiarazioni di Arrigo Sacchi che fanno riflettere sul calcio italiano
Maestro del calcio e pensatore acuto, Arrigo Sacchi torna a stupire con le sue analisi su La Gazzetta dello Sport, dopo solo due giornate di campionato. Le sue parole non solo valutano le squadre, ma invitano a riflettere su cosa rende un club vincente, mescolando esperienza e passione. Chissà quali sorprese ci riserverà questa stagione? #Sacchi #CalcioItaliano #SerieA
Sacchi non risparmia critiche ai neo-allenatori, come nel caso dell’Inter e del suo tecnico. “È inevitabile. Se sei l’allenatore dell’Inter e perdi in casa contro l’Udinese, non ci possono essere applausi. L’Inter di Chivu è a metà del guado: non si capisce se è la sua squadra o se è ancora quella di Inzaghi. Ci vuole pazienza. A Chivu mi permetto di suggerire una sola cosa: faccia di tutto per entrare nelle teste dei suoi giocatori e li convinca a percorrere la strada che lui ha disegnato. Domenica contro l’Udinese ho visto una squadra poco armoniosa e poco equilibrata. Armonia ed equilibrio sono alla base di qualsiasi grande squadra”. Questa osservazione solleva una domanda: quanto tempo serve per imporre una vera identità a una squadra?
Quando si tratta di previsioni, Sacchi non si tira indietro, anche se con cautela. “Non faccio l’indovino di mestiere e, quando c’era, non ho mai fatto tredici al Totocalcio. Però mi sbilancio e dico Napoli. Non penso di andarci molto lontano”. Sarà davvero il Napoli a dominare? La sua fiducia nel club partenopeo cresce quando parla di mercato.
Sul fronte acquisti, per Sacchi non ci sono dubbi su chi abbia fatto la mossa più intelligente. “Senza dubbio, il Napoli. Ha preso i giocatori in funzione del gioco che vuole applicare l’allenatore. Così si fa. L’unica incognita è il doppio impegno. La rosa è ampia e può affrontare sia il campionato sia la Champions, però le partite internazionali sono come sanguisughe: ti portano via il sangue, ti vengono a mancare le energie sia nelle gambe sia nel cervello”. E per il miglior colpo, è ancora il Napoli in pole: “L’ha fatto il Napoli: De Bruyne è un fenomeno, e questo lo aveva già dimostrato al Manchester City, ma è anche un serio professionista e un leader”. Questi commenti fanno pensare: cosa potrebbe succedere se le energie vengano meno?
Passando al Milan, Sacchi evidenzia un punto chiave per il successo. “Solidità difensiva, che è mancata la scorsa stagione. Lui è un maestro in fatto di costruzione della fase di non possesso. E poi, là davanti, ha giocatori che possono risolvere in qualsiasi momento”. Ma cosa ne è dei singoli, come Vlahovic? “Non so chi sceglierà Tudor, ma so chi sceglierei io. Dico Vlahovic perché conosce il campionato italiano, non ha bisogno di adattamento e, secondo me, ha anche voglia di dimostrare che è un bravo centravanti”. Una scelta che potrebbe fare la differenza.
Per la Juventus, Sacchi vede solidità come arma vincente. “È una squadra tosta, solida in difesa. Punta a non subire gol ed è organizzata. Alla lunga, nel nostro campionato, questo fa la differenza”. E l’Atalanta? “Ripetere quello che ha fatto Gasperini a Bergamo è praticamente impossibile. L’Atalanta ha avviato una rivoluzione con Juric. Credo ci voglia un po’ di tempo per arrivare ancora ad altissimi livelli. Anche se la squadra mi sembra ottima come elementi. Il fatto è che, quando si cambia allenatore, bisogna digerire i metodi di quello nuovo”. Queste riflessioni rendono curiosa la stagione delle squadre in transizione.
Tornando a Roma e Lazio, Sacchi commenta l’inizio promettente e le sfide ahead. “Ho seguito l’inizio di stagione della Roma e devo ammettere che la mano di Gasperini si vede. A Sarri non hanno dato giocatori nuovi, perché la Lazio non poteva fare mercato, ma lui è un maestro. Secondo me, Roma e Lazio, più la Roma della Lazio, possono tornare in Champions se tutto gira per il verso giusto”. Un parere che accende speranze per entrambe.
Sacchi non esita a criticare il sistema, come il mercato aperto durante il campionato. “Penso che sia una follia. Come si fa a pretendere da un allenatore che dia un gioco alla squadra se non conosce nemmeno gli elementi che avrà a disposizione? Come sempre, basterebbe solo un po’ di buonsenso, merce rara nel mondo del calcio”. E sui giovani talenti, è ottimista ma cauto: “Intanto dico che ci sono troppi stranieri, e dunque i giovani italiani fanno fatica a emergere. Mi fa piacere che il ct Gattuso abbia puntato su ragazzi che hanno fame e desiderio di mettersi in mostra. Se Kean ha messo la testa a posto, è un talento”.
Infine, per il capocannoniere, Sacchi ha le idee chiare. “Punto su Kean, se tutta la Fiorentina giocherà per lui e se lui si metterà a disposizione della squadra”. Con queste parole, Sacchi non solo analizza, ma ispira: chi emergerà quest’anno? Il calcio italiano è pronto per nuove storie.
Lascia un commento