UEFA valuta la sospensione di Israele: una svolta epica in arrivo? #UEFA #CalcioEuropeo #Nazionali
In un momento di tensione internazionale, la UEFA è pronta a riunirsi per decidere su una misura che potrebbe scuotere il mondo del calcio: la possibile sospensione di Israele da tutte le competizioni europee. Secondo le indiscrezioni esclusive del The Times, questa mossa senza precedenti potrebbe influenzare non solo la nazionale, ma anche i club in lizza per le coppe continentali, lasciando i fan con il fiato sospeso su come evolverà la situazione.
La pressione sta montando da più fronti, con la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite che ha accusato Israele di genocidio a Gaza, spingendo per un intervento rapido da parte di UEFA e FIFA. “Molti membri del comitato esecutivo dell’organizzazione calcistica europea sarebbero favorevoli all’esclusione”, riecheggiando il caso della Russia sospesa nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina – un parallelo che fa riflettere su quanto il calcio possa essere un campo di battaglia per le questioni globali, alimentando la curiosità su quali alleanze si romperanno o si formeranno.
Se la UEFA procedesse, le onde d’urto arriverebbero dritte alla FIFA, con il presidente Gianni Infantino che si ritroverebbe in una situazione spinosa. Gli Stati Uniti, ospitanti dei Mondiali 2026 con Messico e Canada, hanno già mostrato opposizione a un’esclusione, ma una decisione europea potrebbe comunque bloccare le qualificazioni per Israele, creando un domino di effetti imprevedibili che i appassionati non vorranno perdersi.
La nazionale israeliana, guidata dal commissario tecnico Ran Ben Shimon, è nel girone di qualificazione ai Mondiali con l’Italia di Gennaro Gattuso. “Israele occupa il terzo posto, dietro alla Norvegia e agli azzurri”, e una sua esclusione ribalterebbe gli equilibri, trasformando questo gruppo in un’incognita assoluta e rendendo ogni match futuro un evento da non perdere.
Intanto, per i club come il Maccabi Tel Aviv, impegnato nell’Europa League, il rischio di estromissione è reale, con potenziali ripercussioni che andrebbero oltre il campo, aprendo un nuovo capitolo di tensioni politiche nel calcio globale. Questa decisione, attesa nei prossimi giorni, potrebbe essere il turning point che tutti stanno aspettando, mescolando sport e diplomazia in un mix elettrizzante.
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